Brescia, violenze psicologiche su ginnaste: la denuncia di due sorelle

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L’esposto è firmato dalla madre delle due ragazze, che hanno denunciato presunti maltrattamenti subiti da parte degli allenatori della palestra che frequentavano finché i genitori non hanno deciso di ritirarle. Il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, incontrerà domattina il presidente del Coni e della Federginnastica

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La firma sull'esposto è quella della madre di due sorelle, giovanissime atlete di ginnastica ritmica, che negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Brescia ha denunciato i presunti maltrattamenti psicologici subiti dalle figlie da parte degli allenatori della palestra che frequentavano le minori. Fino a quando i genitori hanno deciso di ritirarle.

La denuncia

Non ha fatto nomi, ma ha acceso i riflettori sul disagio vissuto in palestra dalle ginnaste. La donna ha raccontato delle fissazioni per il peso che le ragazzine sarebbero state costrette a rispettare, dalla prova della bilancia in mutandine e senza possibilità di sgarrare alle umiliazioni davanti ad esercizi svolti non in modo impeccabile. L'esposto è stato poi trasmesso in Procura e ora si trova sul tavolo del pubblico ministero Alessio Bernardi, del dipartimento dei soggetti deboli. Con il procuratore, Francesco Prete, che sta seguendo gli sviluppi in attesa delle relazioni della Squadra Mobile bresciana. Al momento il riserbo da parte degli inquirenti è massimo.

L’intervento delle istituzioni

Sulla questione intervengono le istituzioni. Il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, incontrerà domani mattina nella sede del ministero il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi, per affrontare il tema delle denunce presentate nei giorni scorsi da alcune atlete della ritmica.

Gli altri casi

Si trincera dietro al silenzio anche la famiglia di una 15enne bresciana, stellina della ginnastica ritmica, tesserata per una società bresciana fino a pochi mesi fa, quando aveva improvvisamente abbandonato l'attività sportiva e rotto i rapporti con l'allenatrice. "Per ora non possiamo dire nulla" ha detto la madre della 15enne parlando al telefono con l'Amsa. Come la giovanissima un'altra ginnasta della stessa società, ma di due anni più giovane, si era ritirata improvvisamente.

Il racconto di due ginnaste: “Insulti se non dimagrivo”

Attraverso il quotidiano Repubblica, Nina Corradini e Anna Basta hanno infatti raccontato umiliazioni, costrizioni e pressioni subite quando frequentavano l'Accademia di Desio (Monza e Brianza), soprattutto in merito al mantenimento del peso. "Insulti se non dimagrivo, per questo sono scappata dal calvario della ginnastica ritmica" hanno raccontato al quotidiano. La Federginnastica aveva chiesto alla procura federale di fare luce sottolineando che "la Fgi non tollera alcuna forma di abuso ed è sempre al fianco di tutti i propri tesserati". Entrambe hanno lasciato lo sport ed evidentemente con i loro sfoghi pubblici hanno aperto la strada alle denunce di altre atlete di ginnastica ritmica. Nina Corradini ha anche aperto una rubrica social, 'Non siete soli', per sensibilizzare i giovani su questo argomento anche in relazione al disturbo del comportamento alimentare. Anna Basta ha rivelato di essere persino arrivata a pensare al suicidio e, anche per questo motivo, di avere deciso con l'amica Nina di "non stare più zitte".

Una madre: "A 13 anni mia figlia ha sperimentato abuso emotivo, bullismo e isolamento"

"A 13 anni, mia figlia ha sperimentato l'abuso emotivo, il bullismo e l'isolamento da parte della sua istruttrice. Umiliazioni e mortificazioni pubbliche, di fronte alle compagne, allo scopo di demolirne l'autostima, a tal punto da farla smettere". Così la mamma di una 'farfallina' che, nel leggere "con sgomento le denunce che si susseguono" sul mondo della ginnastica, racconta la sua esperienza a ChangeTheGame, associazione che protegge atlete e atleti dagli abusi nello sport. "Mai avrei immaginato che chi insegna sport potesse abusare del suo ruolo - sottolinea -. Lo sport forma il carattere, non lo distrugge".

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