Consegnati al Piccolo Teatro di Milano i premi Giorgio Ambrosoli

Lombardia

I riconoscimenti vanno alla rumena Roman Roxana che denunciò i clan a Roma, ai funzionari di Banca d’Italia Claudio Clemente e Giovanni Castaldi, alla testimone di giustizia Lea Garofalo, al poliziotto Boris Giuliano assassinato da Cosa Nostra nel 1979, al commissario straordinario Maurizio Bortoletti, al sindacalista sardo Antonello Congiu, alla consigliera comunale Rossella Pera e all’imprenditore palermitano Giuseppe Piraino

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Si è tenuta ieri sera presso il Piccolo Teatro Studio Melato di Milano la cerimonia di consegna del Premio Giorgio Ambrosoli, giunto alla sua decima edizione. Menzioni speciali sono state consegnate a Maurizio Bortoletti, Antonello Congiu, Rossella Pera, Giuseppe Piraino.

Il Premio promuove gli “esempi invisibili” di persone che nell’ambito della loro attività professionale si siano contraddistinte per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell'integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse. Durante la serata sono intervenuti Maria Assunta Accili, già Ambasciatrice italiana alle Nazioni Unite a Vienna, Giovanni Tartaglia Polcini, Coordinatore Tavolo Anticorruzione del Ministero degli Affari Esteri, Brigitte Stroble Shaw e Giovanni Gallo dell’UNODC, Agenzia Anticrimine dell’ONU a Vienna, Drago Kos, dell’OECD Working Group on Bribery, Helen Darbshire della UNCAC Coalition e Ian Tennant, GI-TOC Global Initiative, due primarie organizzazioni internazionali della società civile, Patrizia Di Dio, Vicepresidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia, Gianna Fracassi, Vicepresidente CNEL.

I vincitori

Giovanni Castaldi e Claudio Clemente

Giovanni Castaldi e Claudio Clemente che nell'estate del 2005, in qualità di dirigenti dei competenti Uffici della Vigilanza, espressero parere contrario all'acquisizione del controllo della Banca Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi, resistendo a reiterate e forti pressioni provenienti dai vertici della Banca d'Italia, determinati a consentire comunque l'operazione. Nonostante il parere negativo della Vigilanza l'autorizzazione fu ugualmente concessa, ma poco dopo sospesa e dichiarata infine decaduta alla luce di successivi accertamenti condotti dalla stessa Banca d'Italia, dalla Consob e dalla Procura di Milano. Su nomina dei Governatori Draghi e Visco, Castaldi e Clemente hanno in seguito ricoperto, in successione, la carica di Direttore dell'Unità di informazione finanziaria per l'Italia (UIF), costituita nel 2008 a fini di prevenzione e contrasto del riciclaggio e considerata tra le più efficienti a livello internazionale.

Lea Garofalo

Lea Garofalo, calabrese di nascita e milanese di adozione, fu testimone della giustizia italiana delle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco, denunciando la ‘ndrangheta in un contesto di fortissime pressioni e minacce. Nel 2009 viene rapita, torturata e uccisa. I suoi resti saranno ritrovati solo 3 anni dopo, nel 2012 in un campo vicino a Monza. Il caso giudiziario per la morte di Lea Garofalo, che vede anche l’importante testimonianza della figlia Denise (oggi sotto protezione) contro il padre, si chiude nel 2014 con l’ergastolo di Carlo Cosco, il fratello di questi Vito, Rosario Curcio e Massimo Sabatino. Per Carmine Venturino uno sconto di pena a 25 anni per la collaborazione fornita nel ritrovamento del cadavere. Ritira il premio in rappresentanza della figlia sotto protezione, l’Associazione Libera.

Giorgio Boris Giuliano

Giorgio Boris Giuliano, poliziotto, funzionario, investigatore della Polizia di Stato e capo della squadra Mobile di Palermo. Negli anni Settanta grazie alla collaborazione con la polizia statunitense contribuì a dar vita a una delle principali indagini di sempre contro Cosa Nostra in un quadro di gravissime minacce e intimidazioni. Di fatto, i suoi innovativi metodi investigativi hanno prodotto un salto di qualità rispetto al passato determinante per i decenni successivi sino a oggi. Tra le tante vicende di cui si occupò anche il banchiere Michele Sindona e la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Il 21 luglio 1979 fu ucciso con sette colpi di pistola alla schiena dal boss mafioso Leoluca Bagarella in via De Biasi a Palermo. L’omicidio fu inserito nella sentenza-ordinanza del cosiddetto Maxiprocesso di Palermo dove si costituì parte civile anche la moglie Ines Leotta. Nel 1995 Leoluca Bagarella fu condannato all’ergastolo. Ritira il premio la figlia Emanuela Giuliano.

Roxana Roman

Roxana Roman, originaria di Timisoara, nel 2003 a 18 anni si trasferisce a Roma dove, nel 2012 apre il “Roxy bar”. Nel 2018, esattamente nel giorno di Pasqua, tre membri del clan dei Casamonica-Di Silvio entrano nel locale aggredendo il marito Marian Roman e una cliente e distruggendo il locale. È proprio in quel frangente che Roxana decide di non soccombere ma di reagire e di non sottostare al silenzio intimatogli dai Casamonica, denunciando il fatto alle autorità. Nello stesso anno, il Presidente Sergio Mattarella conferisce a Roxana Roman il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per “il suo contributo nell’affermazione del valore della legalità”. 

Roxana Roman riceve il riconoscimento

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