Milano, evasione fiscale da 2,6 milioni di euro: assolto Fabrizio Corona

Lombardia

Il denaro è stato rinvenuto nel 2016 in parte in cassette di sicurezza in Austria e in parte nel controsoffitto dell'abitazione di un'amica dell'ex agente fotografico, prosciolto dall'accusa di omessa dichiarazione dei redditi "perché il fatto non sussiste"

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Arriva un'assoluzione "perché il fatto non sussiste" per Fabrizio Corona che era imputato in un nuovo processo a Milano per la nota vicenda dei 2,6 milioni di euro in contanti trovati nel 2016 in parte in un controsoffitto dell'amica e collaboratrice Francesca Persi e in parte in cassette di sicurezza in Austria. All'ex agente fotografico veniva contestata una "omessa dichiarazione dei redditi", ossia di non aver pagato le tasse su quelle somme.

Il processo e le accuse

Lo stesso pm Maurizio Ascione aveva chiesto l'assoluzione per l'ex agente fotografico. Il suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa, aveva depositato al giudice della prima penale Andrea Ghinetti una serie di documenti per dimostrare che su quei soldi, sia quelli del controsoffitto che quelli trovati in Austria, c'era già stato all'epoca "l'adempimento del debito tributario da parte di Atena", società e agenzia pubblicitaria di Corona. Soldi che, tra l'altro, dopo un sequestro vennero restituiti proprio ad Atena. Nel procedimento si contestava, tuttavia, che quella società fosse "mero schermo" dell'attività imprenditoriale di Corona e a lui come persona fisica veniva imputato di non aver versato le imposte e di aver evaso il Fisco. Le sentenze definitive, ha fatto notare sempre il legale, hanno assolto Corona dalle accuse principali, tra cui l'intestazione fittizia di beni, su quei 2,6 milioni di euro, stabilendo anche che "non esisteva alcuna schermatura societaria".

L'avvocato di Corona: “Ogni tanto le cose vanno come devono andare”

"È sempre la stessa minestra che veniva girata e rigirata, non si sa perché quattro anni dopo si sono svegliati dicendo che non aveva pagato le tasse come persona fisica, quando le tasse le aveva già pagate la società", ha detto l'avvocato Cristina Morrone, che assiste Corona assieme al legale Ivano Chiesa, commentando la sentenza del Tribunale di Milano. "Siamo contenti - ha detto il difensore - perché ogni tanto le cose vanno come devono andare, quando gli elementi sono a favore dell'imputato: Corona non doveva pagare come persona fisica e noi lo abbiamo dimostrato coi documenti e coi testimoni". E ancora: "Dire che ce l'aspettavamo è una parola grossa, questo è quello che speravamo ovviamente, perché l'accusa era priva di fondamento". Con la sentenza del 12 giugno 2017 del collegio presieduto da Guido Salvini erano già state spazzate via all'epoca le contestazioni a Corona, tra cui l'intestazione fittizia di beni, su quei 2,6 milioni di euro. Accuse che lo avevano portato in carcere nell'ottobre 2016. L'ex 're dei paparazzi', che sta scontando la pena per le condanne definitive in affidamento terapeutico, nel processo nato dal caso dei soldi nel controsoffitto era stato condannato solo a 6 mesi, ma per un illecito fiscale su una cartella esattoriale, sganciato dalle imputazioni principali.

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