Evase dal carcere di Como, arrestato dopo 4 mesi in Montenegro

Lombardia

L'uomo era stato arrestato lo scorso dicembre per una rapina ed era fuggito il 12 marzo durante un permesso premio, quando gli era stato concesso di fare visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio

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È finita la latitanza di Massimo Riella, il 48enne evaso quattro mesi fa dopo che gli era stata concessa un'uscita, sotto scorta, dal carcere Bassone di Como, dove era detenuto in custodia cautelare con l'accusa di aver rapinato due anziani. L'uomo, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale, è stato arrestato ieri in Montenegro, come riportano Il Giorno e il Corriere della Sera, dove la polizia del luogo lo ha identificato e fermato.

L'evasione e l'arresto

Massimo Riella era stato arrestato lo scorso dicembre per una rapina ed era evaso il 12 marzo durante un permesso premio, quando gli era stato concesso di fare visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio, paesino sul lago di Como. Era bastato un attimo, in cui era rimasto senza manette, per la fuga. Poi per mesi era sparito nei boschi impervi del comasco, che conosceva bene dati i suoi trascorsi da bracconiere, probabilmente aiutato da amici e conoscenti. Fino a quando di lui si è persa ogni traccia. La sua fuga si è conclusa ieri in Montenegro, dove ora per per lui ci sarà l'estradizione. 

Il furogne della polizia penitenziaria di Bergamo che trasporta Massimo Bossetti arriva in tribunale per l'udienza del processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, Bergamo, 3 luglio 2015. ANSA/PAOLO MAGNI

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A un mese esatto dalla movimentata evasione di Massimo Riella, 48 anni, detenuto in attesa di giudizio per rapina, fuggito durante una visita sulla tomba della madre al cimitero di Brenzio (alto lago di Como) e da allora scomparso, suo padre Domenico, 80 anni, ha presentato una denuncia di scomparsa al comando dei Carabinieri di Gravedona sostenendo che un agente di polizia penitenziaria ha sparato al figlio. 
ANSA/Facebook Massimo Riella   + ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE     DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +
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Le indagini

È stato il servizio di cooperazione internazionale dell'Interpol a comunicarne la cattura al Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria che ne aveva seguito le tracce da tempo e che aveva segnalato al Servizio per la Cooperazione Internazionale di polizia (SCIP) la sua presenza sul territorio montenegrino. Grazie alle articolate e complesse indagini svolte dal Nucleo Investigativo Regionale della Lombardia e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Como Alessandra Bellù, dalla fine di giugno gli uomini del Nic hanno mantenuto contatti diretti e costanti con i servizi di cooperazione internazionale, segnalando Riella dapprima in Montenegro, poi in Serbia e successivamente di nuovo in Montenegro. Fino a localizzare con precisione il luogo dove il fuggitivo aveva trovato rifugio, comunicandolo ai reparti speciali della polizia montenegrina che hanno eseguito il blitz. Soddisfazione è stata espressa dal Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi: "Ho manifestato al Direttore del Nic, Augusto Zaccariello, le mie congratulazioni per la cattura dell'evaso, chiedendogli di esternarle a tutto il personale del Nucleo e, in particolare, del Nir della Lombardia, per il contributo determinante prestato nella lunga e complessa attività di indagine, che ancora una volta dimostra la grande professionalità del nostro personale".

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