È stato il reggente dell'omonimo clan ed era detenuto ad Opera in regime di 41 bis. Secondo gli inquirenti dell'antimafia di Napoli, diede vita alla prima faida di Scampia che provocò un centinaio di morti
È deceduto, nel carcere di Opera, a Milano, l'ex reggente del clan di Lauro, Cosimo Di Lauro, che nella struttura penitenziaria milanese era detenuto in regime di 41 bis. La Procura di Milano ha disposto una consulenza medico legale e tossicologica per chiarire le cause della morte, nonché quali fossero le condizioni di salute nell'ultimo periodo di Di Lauro. Il pm di turno Roberto Fontana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, un atto "prudenziale" appunto per svolgere l'autopsia e gli accertamenti medico legali e tossicologici.
Il decesso è stato comunicato attraverso una Pec stamattina al legale di Di Lauro: "Con riferimento al detenuto indicato in oggetto (Di Lauro Cosimo, nato a Napoli l'8 dicembre 1973, ndr), suo assistito, si comunica che in data odierna alle ore 7.10 ne è stato constatato il decesso". Le cause non sono state ancora rese note.
La morte di Di Lauro
Cosimo, in carcere dal lontano 2005, era figlio di Paolo Di Lauro, capo clan dell'omonima organizzazione camorristica di Secondigliano, e fratello di Marco, anche lui detenuto in regime di carcere duro, in Sardegna. Cosimo, 49 anni, era ritenuto dagli inquirenti della DDA di Napoli colui che diede vita alla prima faida di Scampia che provocò un centinaio di morti.
A quanto si è saputo, sul corpo del boss e nella cella non sarebbero stati trovati segni evidenti o elementi che possano allo stato far ipotizzare un suicidio o una morte violenta. Al momento si propende quindi per una morte per cause naturali ma saranno gli accertamenti medici a fare chiarezza.
Lo stato di salute mentale di Di Lauro sarebbe stato compromesso da tempo, per i suoi legali era ormai diventato impossibile rapportarsi con il loro cliente. Rifiutava di partecipare agli incontri e rifiutava le notifiche. Gli avvocati, in più occasioni, hanno chiesto all'autorità giudiziaria di disporre una perizia finalizzata a valutare la sua capacità di intendere e di volere ma le istanze sono sempre state rigettate. Nel 2015 venne presentata una denuncia al DAP ed al garante dei detenuti proprio per mettere in evidenza l'immobilismo delle autorità competenti nei confronti del suo stato di salute (secondo una perizia di parte era affetto da una grave patologia psichiatrica) ma il comportamento di Di Lauro è stato sempre ritenuto riconducibile a una strategia finalizzata a ingannare i giudici.
Chi era Di Lauro
Di Lauro venne arrestato il 21 gennaio 2005 (lo stesso anno finì in regime di carcere duro) e sarà ricordato soprattutto per aver dato vita alla prima faida di Scampia, nell'ottobre del 2004. Una guerra - tra i fatti di cronaca ad aver ispirato 'Gomorra' - con oltre cento morti innescata per vendicarsi dei cosiddetti "scissionisti", famiglie di malavitosi una volta amiche che, a causa della decisione di Paolo di affidare il clan proprio a Cosimo, cominciarono a prendere le distanze dai Di Lauro fino a diventarne acerrimi nemici. Le piazze di spaccio di Secondigliano producevano guadagni esorbitanti. Gli interessi erano esasperati dalla sete di potere e, a far scattare la molla della ritorsione, fu la scoperta, da parte di Cosimo, del tradimento di Gennaro Marino, ex braccio destro del padre. E fu così che ordinò l'epurazione completa di tutte quelle famiglie: dai Marino agli Abbinante; dagli Abete agli Amato (che si erano trasferiti in Spagna per sfuggire alla guerra), fino ai Pagano. Cosimo, amante dei vestiti costosi e di marca, è sempre stato definito come un tipo feroce e "particolare". Il primo ergastolo gli è stato inflitto per l'omicidio di Massimo Marino, cugino dell'ex fedelissimo Gennaro Marino. Poi ce ne sono seguiti molti altri. il prossimo 21 giugno era in programma dinnanzi la Corte di Assise di Napoli il processo per la morte di Carmela Attrice, madre di uno "scissionista" che non volle subire lo sfratto ordinato dai Di Lauro. In tutti i processi che si sono celebrati dal 2005 in poi è stato sempre chiesto di verificare la capacità di intendere e di volere e di sostenere il giudizio di Cosimo Di Lauro. L'8 marzo del 2010 il suo legale, l'avvocato Saverio Senese, presentò una relazione nella quale si evidenziavano segni di instabilità mentale: pseudo-allucinazioni uditive, reazione depressiva ansiosa e turbe del sonno. "Ormai non rispondeva più alle domande, era sempre sporco, assente; sin dall'inizio ho sempre avuto la sensazione che fosse uno squilibrato", ricorda Senese che l'ha incontrato l'ultima volta a Rebibbia. "Dicevano che stesse fingendo - conclude Senese - se così è stato allora era anche un grande attore".
La scissione del clan e gli omicidi
Cosimo Di Lauro è stato ritenuto colpevole di numerosi omicidi: è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Massimo Marino, cugino del boss Gennaro Marino, detto "Mckay", quest'ultimo ritenuto il "braccio destro" del capoclan Paolo Di Lauro. Gennaro Marino, secondo le indagini non accettò mai che Paolo Di Lauro avesse lasciato la guida del crimine nelle mani del figlio Cosimo. Fu proprio questa decisione ad avviare la lenta scissione che vide coinvolti i gruppi Abbinante, Abete, Amato (famiglia che si era trasferita ormai in Spagna per sfuggire alla guerra) e il gruppo Pagano. Secondo le cronache dell'epoca Cosimo diede il via alla prima sanguinosa faida di Scampia dopo il duplice omicidio di due killer che fece emergere il tradimento di Gennaro Marino. Il reggente del clan ordino l'epurazione completa degli scissionisti e in particolare della famiglia Marino. Oltre che per l'omicidio di Massimo Marino, Cosimo è accusato di essere il mandante anche dell'assassinio di Carmine Attrice la cui discussione della difesa è fissata per il prossimo 21 giugno dinnanzi la seconda sezione della Corte di Assise di Napoli. In tutti i processi che si sono celebrati dal 2005 in poi è stato chiesto di verificare la capacità dell'imputato di intendere e di volere e la capacità di stare in giudizio, richiesta della difesa che è sempre stata rigettata sebbene dal 2007 Cosimo presentasse, come riportato dalle relazioni presentate, segni di instabilità mentale: pseudo-allucinazioni uditive, reazione depressiva ansiosa e turbe del sonno.