Intanto è tornato in carcere il 57enne Alessandro Maja: l'uomo è stato trasferito questo pomeriggio dal reparto psichiatrico carcerario del San Paolo di Milano al carcere di Monza
Nicolò Maja, il 23 enne di Samarate (Varese), scampato alla furia del padre Alessandro che, il 4 maggio scorso, ha trucidato in casa sua la moglie Stefania e la figlia Giulia di 16 anni, è sveglio e riesce a comunicare a gesti. Lo ha confermato all'Ansa l'avvocato di famiglia Stefano Bettinelli: "Nicolò è decisamente migliorato e sembra davvero riesca a rispondere, anche se a gesti, alle domande - ha detto il legale - una notizia bellissima, seppure la prognosi non sia stata ancora sciolta e il percorso sarà molto, molto lungo".
Alessandro Maja torna in carcere
Intanto è tornato in carcere il 57enne Alessandro Maja. L'uomo è stato infatti trasferito questo pomeriggio dal reparto psichiatrico carcerario del San Paolo di Milano al carcere di Monza. Lo ha confermato all'ANSA il suo avvocato, Enrico Milani, che questa mattina è andato a trovarlo insieme alla collega Sabrina Lamera, per dirgli che il figlio Nicolò è uscito dal coma. "Gli abbiamo comunicato che Nicolò ha dato segni di miglioramento, che si è mosso, e lui ha reagito con una parvenza di sorriso, ma è come se vivesse in un mondo tutto suo", ha detto l'avvocato. "Ci ha detto che sta assumendo circa 15 pastiglie al giorno, che credo siano necessarie per tenerlo sedato, per questo non credo che traspaiano molte emozioni" ha aggiunto. Maja, che inizialmente era stato dichiarato incompatibile con il carcere per le sue condizioni psichiatriche, è quindi rientrato nel penitenziario monzese, sulla base della decisione dei medici. "Non so cosa abbiano concluso i dottori, noi non sappiamo nulla - ha aggiunto Milani -. Di certo serve una perizia psichiatrica che certifichi se Maja fosse o meno capace di intendere e volere quando ha agito".