Fratelli Beretta, sequestro da 4 milioni per il colosso dei salumi

Lombardia
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La società, dal 2015 in avanti, avrebbe esternalizzato il lavoro avvalendosi di cooperative che non versavano i contributi previdenziali e altre imposte

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La guardia di finanza Lecco ha eseguito un sequestro da quattro milioni di euro a carico della nota azienda di salumi Fratelli Beretta spa in un'inchiesta per frode fiscale del pm di Milano, Paolo Storari, che ha accertato un presunto utilizzo di cosiddetti "serbatoi di manodopera".

La ricostruzione dei fatti

In pratica, la società, dal 2015 in avanti, avrebbe esternalizzato il lavoro avvalendosi di cooperative che non versavano i contributi previdenziali e altre imposte. Un meccanismo questo che sarebbe servito all'azienda per aggirare il fisco, non versando l'Iva, e che è simile a quello già emerso in altre indagini del pm Storari, come quella sul gruppo Cegalin-Hotelvolver, che si occupa di servizi di pulizie negli alberghi, e su Dhl Supply Chain Italy spa, società del colosso della logistica. Nella nuova inchiesta milanese è indagato, come legale rappresentante, l'ad del gruppo Vittore Beretta e anche la società per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il provvedimento riguarda anche un sequestro da nove milioni di euro a carico delle cooperative coinvolte.

L'operaio: "Ordini da Fratelli Beretta, non da cooperative"

"Gli ordini per il lavoro da svolgere venivano solo formalmente dati dai preposti delle cooperative, in realtà gli ordini son sempre stati dati da personale della Beretta". Lo ha messo a verbale uno dei lavoratori dello stabilimento di Trezzo sull'Adda sentito nell'inchiesta milanese per frode fiscale sulla Salumificio Fratelli Beretta. Ma nel decreto firmato dal gip Tommaso Perna, su richiesta del pm Paolo Storari, si legge che dalle indagini è emerso un "sistema fraudolento finalizzato alla somministrazione di manodopera a basso costo" per la Fratelli Beretta "in regime di concorrenza sleale e in evasione d'imposta". E nel provvedimento vengono riportate le testimonianze di una trentina di lavoratori dalle quali risulta, riassume il gip, che nessuno di loro "avesse mai avuto rapporti diretti con gli amministratori formali delle cooperative per i quali formalmente prestavano la loro attività lavorativa" e che "neppure conoscevano personalmente". Tra gli indagati, oltre a Vittore Beretta, rappresentante legale dell'impresa (anch'essa indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa), figura Fabrizio Cairoli, "amministratore di fatto" del Consorzio Lavoro Più Società Cooperativa e di In.Job Società Consortile (anche esse entrambe indagate). Cairoli, come presunto 'ras' di una rete di cooperative, era già finito al centro dell'inchiesta simile sulla Spreafico spa, colosso nel settore del commercio all'ingrosso di frutta e verdura. Fascicolo da cui è scaturita anche questa indagine.

Gli accertamenti

Stando al decreto del gip, Cairoli "disponeva del personale impiegato presso il gruppo Beretta", come risulta da una serie di messaggi agli atti. Così, ad esempio, il 30 luglio scorso scriveva a un responsabile di una delle cooperative: "Mi servono una decina di 'pickeristi' esperti da mandare subito a Trezzo da Alberto Beretta (...) sai dove trovarli? In totale sono una trentina, venti li ho recuperati. Anche se conosci un'altra coop che li ha, va bene lo stesso". In alcuni messaggi del giugno 2020, poi, Cairoli parlava con un consulente del lavoro della Fratelli Beretta e l'argomento era, scrive il gip, la "nuova strategia da attuarsi per la gestione del personale". Dalle dichiarazioni dei lavoratori, chiarisce il gip, "emerge con chiarezza che gli stessi, pur avendo cambiato formalmente più volte datore di lavoro" hanno di fatto "continuato a prestare nel tempo la loro opera" negli stessi "luoghi di lavoro" per la Fratelli Beretta. Il "passaggio dei lavoratori da una cooperativa all'altra", si legge ancora, "si realizzava attraverso una consolidata prassi che si sostanziava nella convocazione dei dipendenti interessati presso un ufficio" di una cooperativa "ubicato negli stabilimenti" dell'azienda di salumi.

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