I pm di Brescia ipotizzano che l'ex procuratore generale di Milano abbia omesso alcuni accertamenti favorendo di fatto i dirigenti Alessandro Profumo e Fabrizio Viola
Francesco Greco, ex Procuratore capo di Milano, in pensione da novembre, è indagato per abuso d'ufficio in relazione alla vicenda dell'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. Lo riporta La Stampa specificando che i pm di Brescia ipotizzano che Greco abbia omesso alcuni accertamenti favorendo di fatto i dirigenti Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.
L'inchiesta bresciana è scaturita dalla denuncia di Giuseppe Bivona, consulente di fondi e azionisti che hanno fatto causa a Mps per le perdite subite dai loro investimenti, ma anche da segnalazioni della Procura generale.
Gli indagati
Insieme a Greco sarebbero indagati i pm Stefano Civardi, Giordano Baggio e Mauro Clerici, oltre all'ex assessore al Bilancio della giunta del sindaco Giuseppe Sala, Roberto Tasca, per via di una consulenza tecnica sui bilanci di Mps risultata poi "non conforme" e smentita da una seconda perizia. I nomi di Greco e Tasca - si legge sul quotidiano - emergono in una proroga delle indagini notificata pochi giorni fa. Nella tranche d'inchiesta sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria, i pm Civardi, Baggio e Clerici chiesero l'archiviazione (respinta), il proscioglimento in udienza preliminare e le assoluzioni per i tre ex vertici, poi condannati in primo grado per aggiotaggio e false comunicazioni sociali.
Le accuse
A quanto si è saputo, l'abuso d'ufficio contestato anche a Greco va da fine agosto-settembre 2016 (periodo della richiesta di archiviazione per il caso derivati) fino al giugno del 2020, quando ci furono in aula da parte dei tre pm le richieste di assoluzione sempre nel processo sul caso derivati. In seguito, quando i pm archiviarono pure la posizione di Mps, iscritta per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, ne fu data comunicazione alla Procura generale che decise di effettuare approfondimenti affidando una consulenze tecnica a Tasca. Quest'ultimo, tra l'altro, è stato anche consulente della Procura nell'altra tranche sulla contabilizzazione degli 'npl', ossia i crediti deteriorati.
Il commento della difesa
"Sotto un profilo strettamente personale, il dott. Greco, non avendo mai fatto parte di banche di affari che hanno venduto prodotti di finanza strutturata sia alla Parmalat che a Mps e non avendo mai fatto da consulente per fondi di investimento lussemburghesi, è felice di aver servito lo Stato per 45 anni e di essersi dedicato a proteggere la legalità economica di questo Paese", scrive l'avvocato Massimo Dinoia, legale dell'ex procuratore. "Come al solito - spiega Dinoia - il procedimento si concluderà con l'ennesima archiviazione sia perché i fatti non sussistono sia perché la tesi della responsabilità del Procuratore (per fatto o pensiero altrui) è singolare e giuridicamente infondata". Il difensore nella nota chiarisce anche che è "preoccupante" che, mentre i procedimenti su Mps sono ancora in corso, "qualcuno si sia rivolto alla Procura di Brescia". Ciò "appare improprio e pericoloso per la giurisdizione e per la doverosa tutela dell'autonomia e indipendenza dei magistrati della Procura di Milano, soprattutto in un momento delicato come questo, in cui il Csm deve nominare il nuovo Procuratore".