Caso Csm, il pm di Milano Paolo Storari assolto a Brescia: fatto non costituisce reato

Lombardia

Storari era accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria

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Il pm di Milano Paolo Storari è stato assolto a Brescia con la formula 'il fatto non costituisce reato' al termine del processo in abbreviato. Lo ha deciso il gup Federica Brugnara. Storari era accusato di rivelazione del segreto d'ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria.  "La formula assolutoria - ha affermato il Procuratore di Brescia, Francesco Prete - conferma che la scelta di rimettere l'intera vicenda al vaglio di un giudice è stata giusta e opportuna. Ora leggeremo le motivazioni". Quest'ultime sono attese entro 15 giorni.

Il legale: "Assoluzione è fine calvario"

"È stata una battaglia veramente difficile e l'assoluzione è la decisione più corretta". Così l'avvocato Paolo Della Sala ha commentato la sentenza. "La buona fede era stata riconosciuta dalla stessa procura - ha aggiunto -. Spero che questa decisione ponga fine al calvario a cui Storari è stato sottoposto per aver fatto il proprio dovere dal suo punto di vista". Storari, dopo la lettura del dispositivo era visibilmente commosso. Quella di oggi è "una decisione che ci ha soddisfatto - ha proseguito il legale - perché ridà equità a un ambito che è stato anche forse un po' strumentalizzato da una certa stampa". Inoltre "qui c'è stata una assoluzione piena, nemmeno con un richiamo alla contraddittorietà della prova, il che vuol dire che sostanzialmente è priva di dubbi interpretativi", sottolinea il legale. "Gli argomenti tecnici per poter arrivare a questa assoluzione erano solidissimi, noi siamo sempre stati molto fiduciosi", conclude.

Il difensore ha ricordato come anche il Csm, la scorsa estate, aveva rigettato la richiesta di un provvedimento disciplinare di tipo cautelare nei confronti di Storari. 

Il caso

Secondo quanto ricostruito, Storari nell'aprile 2020, in pieno lockdown, ha consegnato all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo una copia dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria con lo scopo di chiedere tutela in quanto, a suo dire, l'allora Procuratore Francesco Greco e la sua vice Laura Pedio avevano messo un freno alle indagini per far luce se quelle dichiarazioni fossero veritiere o calunnie. La vicenda ha sullo sfondo i procedimenti che riguardano l'Eni, oltre ad aver sollevato una bufera tra le file della magistratura, ed è costata a Davigo un rinvio a giudizio. Per lui, accusato di aver diffuso quelle carte ad altri componenti dell'organo di autogoverno della magistratura ed anche a un parlamentare in modo "informale e senza alcuna ragione ufficiale", il dibattimento comincerà davanti al tribunale della cittadina lombarda il prossimo 20 aprile.

La vicenda processuale

Per Storari, nei cui confronti la Procura aveva chiesto una condanna a sei mesi, ossia quasi il minimo della pena, la vicenda penale potrebbe in pratica chiudersi oggi. I pm bresciani e Sebastiano Ardita, il componente del Consiglio superiore della magistratura parte civile, sembrano orientati a non impugnare la sentenza. Pertanto rimarrebbero aperti solo il fronte disciplinare ordinario davanti alla Procura Generale di Cassazione - quello cautelare si è concluso anche qui con una 'assoluzione' - e la procedura avviata mesi fa dal Consiglio superiore per stabilire se Storari, come pure l'aggiunto Fabio De Pasquale, anche lui indagato sempre a Brescia per un altro capitolo della complessa vicenda, debba o meno essere trasferito per "incompatibilità ambientale" con la sede giudiziaria milanese.

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