Truffa ai danni di Antonio Citterio: ex segretaria condannata a 3 anni e 6 mesi di carcere

Lombardia
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La donna è accusata di una presunta truffa in seguito a un’indagine che nell’ottobre del 2020 aveva portato al sequestro di circa 4,5 milioni di euro. Al termine del processo con rito abbreviato è stato anche condannato a 2 anni un ex dipendente del Banco Bpm

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È stata condannata a 3 anni e 6 mesi di reclusione Licia Azzurrina Scagliotti, ai tempi segretaria di fiducia di Antonio Citterio, architetto e designer 72enne di fama mondiale, accusata di una presunta truffa ai danni del noto professionista in un'indagine che nell'ottobre 2020 aveva portato all'esecuzione di un sequestro da circa 4,5 milioni di euro. Lo ha deciso il gup di Milano Manuela Scudieri che, al termine del processo con rito abbreviato scaturito dall'inchiesta del pm Giovanni Tarzia, ha anche condannato a 2 anni un ex dipendente del Banco Bpm.

La decisione del gup

Il gup ha condannato l'imputata per truffa, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e autoriciclaggio, mentre l'ha assolta "perché il fatto non sussiste" da un'accusa di evasione fiscale. Parte delle imputazioni, anche relative al presunto raggiro, si sono prescritte. Il giudice l'ha anche condannata, in solido con l'altro imputato, al versamento di una provvisionale di risarcimento di 300mila euro a favore del professionista. L'ex funzionario di banca, invece, è stato condannato per truffa. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra 90 giorni.

L’indagine

Nell'indagine, condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza, il primo ottobre 2020 erano stati eseguiti il provvedimento del gip di sequestro per equivalente dei soldi frutto del presunto raggiro, ossia poco più di 4,5 milioni, e una misura dell'obbligo di dimora nei confronti del bancario. Soldi che la donna avrebbe sottratto al designer anche falsificando firme su oltre 200 assegni che avrebbe reimpiegato, secondo le indagini, per ristrutturare e mandare avanti un ristorante ereditato dal padre in Liguria e che avrebbe usato pure per soddisfare la propria inclinazione al gioco d'azzardo, spendendo oltre 436mila euro.

La truffa

Stando agli atti dell'indagine, Citterio, sarebbe stato vittima di un presunto sistema truffaldino andato avanti dal 2013 al 2018. La donna, assunta come persona di "fiducia" nel 2007 per gestire i conti del professionista e dello studio (che ha un centinaio di dipendenti) con delega a "operare presso la banca di riferimento", per l'accusa, avrebbe falsificato le firme di Citterio su distinte di prelievo di denaro contante, su oltre duecento assegni (per la precisione 264) e sulle richieste di emissione di 21 carte prepagate utilizzate per acquisti e prelievi cash. E con la presunta complicità dell'ex dipendente dell'istituto di credito. Oltre all'assoluzione dall'accusa di omessa dichiarazione dei redditi, l'ex stretta collaboratrice dell'architetto è stata condannata per le vicende di prelievi di contanti e della falsificazione di assegni per un importo di circa un milione (altre condotte sono andate in prescrizione), per l'uso indebito delle carte di credito per poco meno di un milione e per l'autoriciclaggio, attraverso gli investimenti nel ristorante e nel gioco d'azzardo. 

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