A finire in manette sono stati i rapper Baby Gang e Neima Ezza. Le indagini hanno consentito di ricostruire gli episodi compiuti nei quali gli arrestati, avvicinando le vittime forti della superiorità numerica e delle minacce, si sono fatti consegnare denaro, gioielli e altri effetti personali
Tre giovani, di cui due rapper, sono stati arrestati ieri, a Milano e a Sondrio, dai carabinieri e dalla polizia, perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di quattro rapine commesse ai danni di ragazzi a Milano e a Vignate, nel Milanese. A finire in manette sono stati i rapper Baby Gang e Neima Ezza. Nelle oltre 300 pagine di atti in cui vengono riportate tutte le varie accuse a carico del 20enne, è scritto che Baby Gang - arrestato e portato in carcere - è un rapper molto "seguito dai giovani sui vari social network" e ha "utilizzato la sua influenza per promuovere in zone aperte al pubblico delle riunioni non autorizzate che sono sfociate in scontri con le forze dell'ordine, creando in tal modo situazioni di serio pericolo per la sicurezza". Il 10 aprile del 2021 a Milano, per "registrare un videoclip" musicale con Neima Ezza, 20enne ora ai domiciliari, aveva radunato "circa 300 giovani" nella zona di San Siro. E il tutto, poi, si era concluso con un lancio di oggetti contro le forze dell'ordine. Tra il 2020 e il 2021, Baby Gang - il rapper più controverso della nuova generazione dell'hip hop italiano - è stato deferito per i reati di diffamazione e violazione della proprietà intellettuale, istigazione a delinquere, porto abusivo di armi, vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E ha ricevuto fogli di via da Lecco, Milano, Cattolica, Misano Adriatico, Riccione, Rimini e Bellaria Igea Marina.
Le indagini
Le indagini hanno consentito di ricostruire gli episodi compiuti nei quali gli arrestati, avvicinando le vittime forti della superiorità numerica e delle minacce, si sono fatti consegnare denaro, gioielli e altri effetti personali. Le giovani vittime, in tre casi, presso le Colonne di San Lorenzo e in piazza Vetra a Milano, a maggio 2021, sono state bloccate e colpite con pugni al petto e con schiaffi prima di essere derubate delle rispettive collanine d'oro. A luglio, infine, a Vignate, due persone erano state avvicinate da due giovani, di cui uno armato, che avevano rubato loro denaro, auricolari e le chiavi dell'auto perché non li seguissero. Sono in corso ulteriori accertamenti per l'individuazione di eventuali complici e per valutare il coinvolgimento degli indagati in analoghi episodi verificatisi nell'area metropolitana del capoluogo.
Gip: "Pericolosi e comandano una banda criminale"
Amine Ez Zaaraoui, ossia il rapper ventenne Neima Ezza, ha "la personalità di chi assume un ruolo di comando nel gruppo criminale", mentre Zaccaria Mouhib, anche lui 20 anni e molto noto nel mondo del rap giovanile col nome di Baby Gang, ha un "profilo di pericolosità sociale" anche perché ha usato "un'arma" e "minacce gravi". Lo scrive il gip di Milano Manuela Scudieri nell'ordinanza di custodia cautelare. Per il gip Mouhib, difeso dal legale Niccolò Vecchioni, e gli altri due avrebbero realizzato "rapine in gruppo facendosi forti della forza intimidatrice", sono "soggetti" abituati a compiere "reati contro il patrimonio" e che hanno una "particolare spregiudicatezza sintomo di una concreta pericolosità sociale". Inoltre, nelle 14 pagine del provvedimento del gip si legge che in una delle quattro rapine al centro delle indagini, avvenuta il 23 maggio scorso, i due rapper avrebbero portato via a un ragazzo una collanina d'oro del valore di mille euro: Neima Ezza gli avrebbe dato uno "schiaffo" e gli avrebbe strappato la collana, dicendo alla vittima "non ti muovere, altrimenti finisce male". Mentre in un altro episodio del 12 luglio scorso Baby Gang ha portato via auricolari, contanti e le chiavi dell'auto e contro il malcapitato una persona non identificata, che era assieme al rapper, avrebbe anche puntato "una pistola".
Neima Ezza canta: "Strappavamo le collane"
Fa effetto ora sentire "Ho fatto del male per stare bene. E ho venduto morte insieme a bene. Non mi puoi far male, no non mi puoi toccare. Giravamo in centro, strappavo le collane Ho visto la fame, ho visto piangere mia madre", cantata da Neima Ezza, nome d'arte di Amine Ez Zaaraoui, finito ai domiciliari, nel suo ultimo pezzo, "Banlieue". E ancora: "Ho perso un fratello in mezzo a queste strade. Son cresciuto in mezzo al male e poi mi hanno fatto male. Sono cresciuto in mezzo al male e poi mi hanno fatto male. Non ci credo nelle fiabe. Non esiste un gran finale, per noi".
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