Covid, arriva esercito nei punti tampone di Lodi e Codogno

Lombardia
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In particolare, si prevede l'arrivo di due squadre, come ha anticipato il colonnello Fabio Zullino, comandante del Centro ospedaliero militare di Milano, di sette militari ciascuna

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Confermato ieri sera l'arrivo dell'esercito, domani o dopodomani, a Lodi e Codogno, la cittadina del Lodigiano dove è stato scoperto il primo caso italiano di Covid, poi inserita nella prima zona rossa. In particolare, come ha anticipato il colonnello Fabio Zullino, comandante del Centro ospedaliero militare di Milano, si prevede l'intervento di due squadre di sette militari ciascuna: una per Lodi e l'altra per Codogno. Allestiranno strutture mobili e aiuteranno anche nella gestione degli arrivi ai punti tampone. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)

Il direttore del Parco tecnologico padano: "Siamo presi d'assalto"

Nei giorni scorsi i centri tampone di Lodi e Codogno avevano chiesto ufficialmente l'arrivo dell'esercito nei rispettivi accessi per aiutare a gestire l'assalto quotidiano di persone che creano lunghe code per poter eseguire lo screening anticovid. Solo lunedì 27, al centro presso il Parco tecnologico padano (Ptp) di Lodi, è stato eseguito il doppio di tamponi prevedibile, creando code di auto, fino a 250, che raggiungono lo svincolo della tangenziale di Lodi. "Siamo in forte difficoltà - le parole di Andrea Dilemma, direttore del Ptp - qui ci vogliono i militari perché abbiamo anche persone che arrivano senza prenotazione il mattino, quando invece dovrebbero arrivare solo prenotati, e non si riesce a spiegare che dovrebbero tornare in altri momenti. Ci sentiamo veramente presi d'assalto. In questi giorni avremmo dovuto fare 400 tamponi al giorno, ne stiamo prelevando 800 al giorno per processarne addirittura 1.400 al giorno. Un superlavoro incredibile. Abbiamo assolutamente bisogno di supporto, e velocemente. Per questo, ci siamo riuniti tra Lodi e Codogno e abbiamo richiesto l'arrivo dell'esercito in aiuto".

La situazione a Codogno

"A Codogno - spiega il sindaco Francesco Passerini - la pandemia non morde più. Non lo dico io ma i numeri: sugli attuali 352 totali positivi, ricoverato in ospedale c'è solo un nostro concittadino che ha 85 anni e ha diverse patologie concomitanti. Ed è dopo queste che si è anche ammalato di coronavirus". "Si tratta, empiricamente, di una situazione assolutamente diversa da quella del 2020 - continua il sindaco -. A mio parere questo è anche merito delle vaccinazioni: noi abbiamo l'80 per cento di persone con doppia dose effettuata. Così ora possiamo arrivare a guardare al Covid in maniera simile a come guarderemmo un raffreddore". "La maggior parte delle persone che abbiamo come positive - spiega -, non si sono accorte di esserlo perché erano malate ma solo perché hanno dovuto eseguire tamponi per andare a lavorare, oppure per andare a fare un viaggio o perché contatti di positivi ma non perché si sentivano poco bene. Questo ci permette ora, a fine 2021, di tracciare una netta linea di demarcazione tra malattia e, invece, la sola positività. E questo ci fa ben sperare per un ritorno, presto, alla piena normalità".

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