Così l'ala del Varese: "Ho questo disagio da tempo, ma l’ho tenuto nascosto. È diventato sempre più difficile da controllare, finché sono arrivato a un punto in cui non ce la facevo più a gestirlo"
"L’argomento è delicato, ma è importante. La salute mentale è fondamentale, ma penso anche che sia sottovalutata, soprattutto di questi tempi. La gente si sente isolata e sola, ma forse si vergogna a dirlo. Dato che vivo situazioni simili, volevo dare un aiuto a chi soffre di certi disturbi ed è in difficoltà a raccontarlo". Parla così Alessandro Gentile, l'ala del Varese al Corriere della Sera. Scontana la squalifica, Varese lo riavrà in campo da domenica. E per un gioco del destino, Alessandro Gentile riprenderà in quella Trento che tra 2019 e 2020 era stata la sua precedente e ultima squadra italiana. Adesso racconta la sua battaglia contro la depressione.
Il racconto
"Ho questo disagio da tempo, ma l’ho tenuto nascosto. È diventato sempre più difficile da controllare, finché sono arrivato a un punto in cui non ce la facevo più a gestirlo. È successo l’anno scorso dopo il Covid: la paura e l’isolamento hanno creato brutti scenari", ha aggiunto. E ancora: "Innanzitutto la regola è che non ci sono regole. All’inizio mi hanno aiutato i genitori e mio fratello Stefano (che gioca a Sassari, ndr), poi mi sono rivolto a uno psichiatra, successivamente a una psicologa. Con lei continuo a lavorare, condividendo paure e sofferenze: ho capito che noi esseri umani non siamo delle macchine. Non entro nei dettagli. Ma sottolineo che non è una battaglia che si vince o si perde: si impara al massimo a gestirla, convivendo con queste sensazioni per accettarle e superarle".