Truffa ai danni dell’Inps, sequestrati 600mila euro a sigle lombarde Cisl: 12 indagati

Lombardia
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Il sequestro preventivo è stato eseguito dalla guardia di finanza nell’ambito di un’indagine a carico di “alcune sigle sindacali” lombarde della Cisl per una presunta truffa ai danni dell’Inps. Dalle indagini è emerso che "numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato"

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Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 600mila euro, in un'indagine del pm Paolo Storari, a carico di "alcune sigle sindacali" lombarde della Cisl per una presunta truffa ai danni dell'Inps "attraverso l'indebita fruizione di 'aspettativa sindacale non retribuita'". Nell'ordinanza del gip Anna Calabi risultano indagati 12 sindacalisti. Tra questi, oltre a dirigenti e responsabili sindacali delle numerose sigle, figurano Renato Zambetti in qualità di dirigente di Cisl Milano Metropoli e Gilberto Mangone (ex segretario generale aggiunto di Cisl Milano Metropoli). Negli atti dell'inchiesta compaiono anche i nomi delle aziende ("società coinvolte", si legge) con cui sarebbero stati siglati i contratti di lavoro fittizi, tra cui anche Tecnimont spa, Obiettivo Lavoro spa, Randstad Italia spa, Liquigas spa e molte altre.

L’indagine

Dalle indagini è emerso che "numerosi sindacalisti, pur lavorando in via esclusiva presso le associazioni sindacali, sarebbero stati formalmente assunti da società compiacenti senza avervi mai lavorato" e ciò solo per permettere "ai sindacati di appartenenza di fruire dello sgravio contributivo".
"L'ipotesi di reato, per la quale sono in corso le indagini preliminari - scrive il procuratore facente funzione di Milano Riccardo Targetti in una nota - riguarda una possibile truffa perpetrata ai danni dell'Inps posta in essere dalle predette associazioni attraverso l'indebita fruizione di 'aspettativa sindacale non retribuita'". Tale istituto, "previsto dall'art. 31 della Legge 300/1970", il cosiddetto Statuto dei lavoratori, "riconosce il diritto del lavoratore, eletto al fine di ricoprire una carica sindacale, di poter essere collocato in aspettativa non retribuita percependo la sola retribuzione dal sindacato (e non più dal datore di lavoro originario) beneficiando della contestuale contribuzione figurativa". In sintesi, spiega ancora la Procura, "il lavoratore vede riconosciuto dall'Inps, ai fini pensionistici, i contributi maturati, senza che né il datore di lavoro né il sindacato abbiano effettuato versamenti in denaro". Un beneficio che viene riconosciuto "a condizione che il lavoratore-sindacalista abbia prestato la propria attività lavorativa per un periodo minimo di 6 mesi presso il datore 'distaccante'". Dalle indagini, invece, condotte "con l'ausilio di funzionari Inps", è venuto a galla un sistema attraverso il quale "numerosi sindacalisti" sarebbero stati assunti solo sulla carta "da società compiacenti" senza avervi mai lavorato. E ciò permetteva "ai sindacati" di ottenere gli sgravi sui contributi.

Gip: "Realtà dove alcune imprese si accollano costi personale"

Dall'inchiesta è emersa "una realtà, ancora da decifrare compiutamente, dove alcune imprese si accollano costi del personale che però presta attività lavorativa a favore dell'associazione sindacale" e ciò "anche nei 6 mesi di prova previsti dalla normativa di settore" nei quali i sindacalisti avrebbero dovuto lavorare per le aziende. Lo scrive il gip Calabi nell'ordinanza.

Il verbale di una ex responsabile Cisl delle politiche lavorative

Nel 2011 le avrebbero comunicato "che, per risparmiare, mi avrebbero fatto assumere da una società di 'loro amici' e che, dopo 6 mesi, mi avrebbero 'distaccato' in Legge 300", ossia in aspettativa sindacale non retribuita, "per ottenere un risparmio contributivo, mio malincuore accettai tale proposta". Lo ha messo a verbale, come si legge negli atti dell'inchiesta milanese, una ex responsabile delle politiche lavorative della Cisl Lombardia. La donna nel suo verbale, tra l'altro, oltre a Zambelli, tira in ballo pure il segretario generale della Cisl Lombardia Ugo Duci e Carlo Gerla, segretario generale Cisl Milano Metropoli (questi ultimi due non risultano tra gli indagati nell'ordinanza del gip). In particolare, stando al racconto della donna, quando l'azienda per cui sarebbe stata assunta falsamente era in liquidazione, lei si sarebbe rivolta a Duci "avendo paura di perdere il mio posto di lavoro". E, sempre secondo il verbale della sindacalista, lui le avrebbe detto: "hai firmato tu il distacco sindacale e quindi sei anche tu responsabile, nella vita esistono due tipi di uomini, gli uomini liberi e i servi". E lei le avrebbe risposto: "allora chiamami serva".

"Imprese hanno assecondato il sistema"

Nell'indagine "rimane da spiegare perché le imprese private si sono prestate ad assecondare questo meccanismo, per loro tutto in perdita", pagando per almeno sei mesi lo stipendio al lavoratore senza che questo facesse per l'azienda "alcunché" ma lavorasse solamente per il sindacato, in modo da ottenere l'aspettativa retribuita dallo stesso Istituto previdenziale. Lo scrive il gip Calabi nel provvedimento nel quale si parla di un nodo, a suo avviso, da sciogliere. Da quanto si è saputo, però, il sospetto degli inquirenti e degli investigatori è che anche le imprese avrebbero avuto un tornaconto dal sistema ricostruito: sarebbero state al riparo da eventuali pressioni da parte dei sindacati che, quindi, avrebbero fatto un passo indietro o avuto un occhio di riguardo.

Cisl Bergamo: "Estranei a vicenda"

"La Cisl di Bergamo non è oggetto di indagine nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto altre sigle della confederazione. La notifica della Guarda di Finanza è solo da ricollegare al passaggio a Bergamo di un operatore politico che aveva svolto in precedenza altri incarichi in altre strutture". È quanto si legge in una nota della Cisl di Bergamo. "Per quanto ne sappiamo e per quanto ci riguarda - prosegue la nota -, la sua posizione all'interno della struttura di via Carnovali non mostrerebbe alcun problema. Per cui, ribadiamo, la nostra estraneità a una vicenda che comunque ci lascia amareggiati per il coinvolgimento di strutture della nostra organizzazione". "Confidiamo nell'operato della magistratura e speriamo che al più presto sia fatta chiarezza sotto ogni aspetto", conclude la nota.

Sbarra: "Fiducia nel lavoro della magistratura"

"In relazione alla notizia di una inchiesta in corso della Procura della Repubblica di Milano su presunte irregolarità di alcune strutture categoriali e territoriali della Cisl Lombardia prendiamo atto dell'esistenza di una indagine che riguarda fatti risalenti nel tempo ed a noi sconosciuti. Attendiamo l'esito degli accertamenti con piena fiducia del lavoro della magistratura e al contempo grande rispetto per la presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione ed ancora ieri ribadita da una Legge dello Stato voluta dall'attuale Governo e approvata dal Parlamento". È quanto dichiara il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra

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