Milano, fecero saluto romano al Cimitero Maggiore: assolti in Cassazione

Lombardia
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Annullata senza rinvio la condanna in appello perché per la Corte il "fatto non sussiste" in quanto il saluto romano in un contesto "commemorativo" non è reato

La Corte di Cassazione ha assolto i quattro imputati appartenenti all'associazione di estrema destra Lealtà e Azione nel processo sui fatti avvenuti il 25 aprile 2016 al cimitero Maggiore di Milano, quando in occasione della commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana venne fatto il saluto fascista al momento del "presente". Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna in appello perché il "fatto non sussiste", ritenendo che il saluto romano in un contesto "commemorativo" non è reato.

Un momento della commemorazione - ©Ansa

Il processo

In primo grado gli imputati sono stati tutti assolti con la formula "il fatto non sussiste" (LE MOTIVAZIONI), con riqualificazione del fatto in articolo 5 legge Scelba. L’appello proposto dal pubblico ministero ha portato all’udienza in Corte d’Appello V sezione penale, che ha riqualificato nuovamente il fatto riportando l’articolo 2 della legge Mancino e condannando gli imputati a 2 mesi e 10 giorni di reclusione. Impugnata la sentenza, all’udienza del 12 ottobre scorso discussa davanti alla I sezione penale, il procuratore generale ha chiesto il rigetto del ricorso proposto dalla difesa, composta dagli avvocati Mario Giancaspro e Antonio e Radaelli, e la conferma della sentenza di appello. Al termine della discussione, la Cassazione ha dato ragione alla difesa, annullando senza rinvio la sentenza di appello. Già in altri casi la Suprema Corte aveva ritenuto che la legge non punisce "tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste", e i gesti e le espressioni "idonei a provocare adesioni e consensi".

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