Mantova, piazza cimici e gps in auto marito per controllarlo: indagata

Lombardia
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Nei giorni scorsi l'uomo, mentre era alla guida della sua macchina, si è accorto di uno strano rumore provenire da sotto il bracciolo. A quel punto si è fermato per controllare: con suo grande stupore e preoccupazione, ha trovato il rilevatore gps, che si era staccato

Ossessionata dall'idea che potesse essere tradita, aveva fatto installare nell'auto del marito, attraverso un'agenzia di investigazioni private, quattro microfoni e un rilevatore gps per poter così monitorare ogni suo spostamento nonché intercettare e registrare tutte le sue conversazioni. Ora la donna 56 anni, del Mantovano, è finita indagata per interferenze illecite nella vita privata.

La vicenda

A scoprire di essere intercettato illegalmente è stato lo stesso marito. Infatti nei giorni scorsi l'uomo, mentre era alla guida della sua macchina, si è accorto di uno strano rumore provenire da sotto il bracciolo. A quel punto si è fermato per controllare: con suo grande stupore e preoccupazione, ha trovato il rilevatore gps, che si era staccato. Sempre più preoccupato, ha cominciato a frugare nell'abitacolo in tutti i posti più nascosti, riuscendo in tal modo a individuare i quattro microfoni sotto i sedili anteriori. Non potendo immaginare della moglie e non riuscendo a capire chi potesse aver fatto una cosa del genere, ha sporto denuncia in Questura consegnando anche le cimici piazzate sulla sua macchina.

Il racconto alla moglie

Una volta rientrato a casa, ancora scosso per l'accaduto, ha poi raccontato quel che era successo alla moglie. In preda al panico per conseguenze della denuncia e preoccupata per le indagini che la polizia aveva iniziato a fare, ha confessato al marito la verità. Avendo chiarito i contorni della vicenda, e avendo cercato di comprendere le ragioni che avevano spinto la propria moglie gelosa ad agire in modo scomposto e, soprattutto, illegale, dopo averla pure perdonata, il marito è ritornato in Questura per cercare di ritirare la denuncia. Nulla da fare. La moglie sospettosa, con il responsabile dell'agenzia investigativa, dovrà rispondere di quel che ha combinato davanti alla magistratura.

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