Cremona, uccide madre con coltellata: soldi movente dell'omicidio

Lombardia
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Ne è convinta la polizia, sulla base degli elementi e delle testimonianze raccolte e sulla scorta delle parziali confessioni rese dal figlio assassino nel corso del lungo interrogatorio cui è stato sottoposto nella notte

La richiesta di soldi, a quanto pare l'ennesima degli ultimi tempi, e il rifiuto della madre: sarebbe per questo che ieri mattina a mezzogiorno Younes El Yassire ha ucciso la mamma Fatna, di 54 anni. Prima l'avrebbe picchiata, come racconta la scena del delitto valutata a fondo dagli specialisti della scientifica, e poi ammazzata con una sola coltellata al collo.

Le indagini

Ne è convinta la polizia, sulla base degli elementi e delle testimonianze raccolte e sulla scorta delle parziali confessioni rese dal figlio assassino nel corso del lungo interrogatorio cui è stato sottoposto nella notte, durato oltre tre ore prima dell'arresto formalizzato all'alba: omicidio aggravato l'accusa ipotizzata dal pm Milda Milli. Ora il marocchino, in Italia da anni e da tre in cura psichiatrica per la depressione dovuta alla separazione della moglie, si trova in carcere.

Il ritrovamento

La vittima è stata trovata nel letto non solo con le ferite lasciate sul collo dalle coltellate ma anche con il volto tumefatto, tracce inequivocabili di un pestaggio violento testimoniato anche dalle lesioni individuate dagli inquirenti sul polso e sulle nocche della mano destra dell'assassino, gonfie e ancora sporche di sangue come i vestiti che indossava nel momento in cui è stato rintracciato dalla polizia mentre vagava solo nella zona dello stadio. Difeso dall'avvocato Santo Maugeri, il marocchino si è per ora avvalso della facoltà di non rispondere e sarà interrogato nelle prossime ore dal gip Pierpaolo Beluzzi.

L’omicidio

La ricostruzione dell'omicidio pare comunque già piuttosto precisa, incardinata anche sul ritrovamento nell'appartamento di tre coltelli, tutti sporchi di sangue e tutti sequestrati: due in camera da letto e uno in cucina, lasciato sul lavandino. Elementi che fanno ipotizzare come il diverbio, innescato dal rifiuto della madre all'ennesima richiesta di denaro avanzata dal figlio, possa essere iniziato nella sala da pranzo per poi concludersi nel sangue in camera. Secondo quanto spiegato dal dirigente della squadra mobile Marco Masia, il 35enne, ex muratore, ora disoccupato e con problemi psichiatrici, avrebbe avuto un rapporto complicato e conflittuale con la madre. L'autopsia è già stata disposta e sarà eseguita domani.

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