La Suprema Corte ha riconosciuto i benefici fiscali, previsti in favore delle onlus che si occupano di persone "svantaggiate" solo per le attività di assistenza socio-sanitari
Al termine di una vicenda giudiziaria durata 14 anni, secondo la Cassazione è da "escludersi" che gli studenti di religione ebraica si trovino in una situazione di "svantaggio rilevante" connessa "alla necessità di fruire di un adeguato insegnamento della religione ebraica". La Suprema Corte ha riconosciuto alla Comunità ebraica di Milano i benefici fiscali, previsti in favore delle onlus che si occupano di persone "svantaggiate", solo per le attività di assistenza socio-sanitaria che svolge per le persone in gravi difficoltà, mentre li ha esclusi per l'insegnamento della religione ebraica. Respinto il ricorso del Fisco che voleva cancellare la Comunità di Milano dall'anagrafe delle onlus.
La vicenda giudiziaria
Con la pubblicazione del verdetto 22115 della Suprema Corte si chiude una vicenda nata nel 2007 quando l'Agenzia delle Entrate ha deciso di cancellare la Comunità ebraica di Milano dall'anagrafe unica delle onlus, le associazioni 'benefiche' che operano senza fini di lucro e che godono di tassazione agevolata. Su ricorso della stessa Comunità nel 2012 la Commissione tributaria provinciale di Milano ha riconosciuto il diritto all'esenzione dovuta alle onlus per le attività sociali e socio-sanitarie svolte. Ha inoltre confermato l'esclusione dei benefici fiscali per l'insegnamento della religione ebraica rivolto agli studenti desiderosi di approfondire la conoscenza del loro 'credo' al di fuori del sistema scolastico, che probabilmente non soddisfa tale esigenza. Contro questa decisione, sia il Fisco che la Comunità ebraica hanno protestato portando il caso all'esame della Commissione tributaria regionale della Lombardia che, nel 2014, ha respinto entrambe i ricorsi. Nessuno si è dato per vinto e, nel 2015, Fisco e Comunità ebraica di Milano hanno depositato nuovi ricorsi in Cassazione che li ha discussi lo scorso 27 aprile- e ha convalidato le decisioni di merito confermando i benefici fiscali per le prestazioni sociali e socio-sanitarie svolte dalla Comunità, ma non per quelle relative all'insegnamento della religione.
La decisione della Cassazione
Oggi igiudici della Cassazione hanno escluso che gli studenti di religione ebraica si trovino in quelle situazioni di "rilevante svantaggio" che giustificano agevolazioni fiscali per attività che, in base alla legge sul no profit, devono essere rivolte a "individui in condizioni oggettive di disagio per situazioni psico-fisiche particolarmente invalidanti, o per stati di devianza, degrado, grave precarietà economico familiare, emarginazione sociale". Dal tenore delle norme e della "'ratio' solidaristica ad essa sottesa", sottolineano i supremi giudici, "lo 'svantaggio' che la disposizione legislativa intende colmare, incentivando attraverso l'esenzione l'opera della onlus, consiste nella obiettiva condizione deteriore, rispetto alla generalità dei consociati, in cui si trovi, negli ambiti specifici individuati dalla norma, una particolare categoria di soggetti". Per la Cassazione, indipendentemente dal "numero più o meno ristretto di soggetti cui l'attività di istruzione della Comunità è rivolta, deve in ogni caso escludersi una posizione di 'svantaggio rilevante' di costoro, connessa alla necessità di fruire di un 'adeguato insegnamento' della religione ebraica". La Comunità ebraica di Milano resta comunque iscritta nell'anagrafe delle onlus in relazione alle opere assistenziali per i bisognosi.