L'operazione, chiamata 'Finfarma', è stata portata avanti dai Nas dei carabinieri non solo nel capoluogo lombardo ma anche nelle province di Roma, Pescara, Latina, Rieti e Ascoli Piceno
Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti nei confronti dei componenti di un'organizzazione dedita a realizzare ingenti profitti illeciti attraverso l'accaparramento di farmacie in tutto il territorio nazionale. Provocandone poi il dissesto finanziario con l'acquisizione di finanziamenti e altre risorse economiche in seguito oggetto di distrazione. Sono 17 le persone indagate e 45 le perquisizioni effettuate nei confronti di 19 società e 26 persone fisiche. Sono stati anche sequestrati 41 assegni circolari falsi dell'importo di 47 milioni di euro.
Gli arresti
Da quanto risulta, sono tre le persone finite ai domiciliari. Stando all'indagine coordinata dal pm Roberto Fontana, i tre avrebbero agito tramite due holding societarie, "Farmaca farmacie" e "Farmacie farmaca", e acquistato nove farmacie, di cui due a Milano, poi condotte al dissesto finanziario tramite la distrazione fraudolenta di somme, per un valore accertato di oltre tre milioni di euro. Prima di essere dichiarate fallite, le farmacie venivano ipervalutate tramite false perizie di commercialisti compiacenti che presentavano agli istituti di credito richieste di finanziamento, di cui l'ultimo - approvato ma non erogato grazie all'intervento dei militari - per circa 19 milioni di euro. Il denaro ottenuto sarebbe poi stato trasferito su conti correnti offshore in paradisi fiscali esteri e utilizzati per arricchimenti personali e altri illeciti.
Le accuse
Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, falsità ideologica, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e mendacio e falso interno. Il meccanismo di accaparramento delle farmacie da parte dell'organizzazione - in cui il promotore F. C. agiva come "socio occulto" e che si avvaleva della reputazione di un manager noto a livello nazionale, all'inizio inconsapevole - consisteva nel rivolgersi ad attività indebitate o in difficoltà finanziarie e nell'appropriarsi degli incassi che poi venivano utilizzati per fini personali, anche illeciti. Come è stato spiegato questa mattina alla conferenza stampa del Nas dei carabinieri, l'indagine nasce nell'autunno 2018 nell'ambito di attività monitoraggio del sistema farmaceutico che aveva portato anche alla chiusura della Farmacia Cajazzo a Milano. "Il punto di partenza di illeciti di questo tipo è stato il 2010, col cambio di normativa sull'acquisto delle farmacie che ha dato alle società di capitali la possibilità di acquistare una o più farmacie".
L'inchiesta
L'operazione, chiamata 'Finfarma', è stata portata avanti dai Nas dei carabinieri di Milano non solo nel capoluogo lombardo ma anche nelle province di Roma, Pescara, Latina, Rieti e Ascoli Piceno. Qui nella città delle Marche i carabinieri hanno eseguito una perquisizione a carico di un professionista a Grottammare.
Indagato l'ex manager Vanoli
Antonio Vanoli, noto manager 76enne, in passato ai vertici di vari gruppi italiani, risulta indagato nell'inchiesta 'Finfarma' con l'accusa di bancarotta fraudolenta e di essere partecipe dell'associazione per delinquere "avendo assunto la qualifica di socio unico di Farmaca Farmacie e avendo conferito denaro alla società, allo scopo di sfruttare il meccanismo criminale" organizzato dal promotore, "per ottenere cospicui finanziamenti del sistema bancario". Come si legge nel provvedimento con cui la gip Sara Cipolla ha ordinato i domiciliari per tre persone, in particolare Vanoli avrebbe "condiviso il progetto criminale" del promotore F. C. "Dall'attività investigativa - si legge ancora - è emerso che egli si è in particolare occupato di trattenere i rapporti con i vertici" di un noto istituto bancario italiano "allo scopo di ottenere un cospicuo finanziamento, richiesto sulla base di false perizie".
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