L’ex assessore regionale si è recato nel carcere milanese di Opera in seguito alla condanna definitiva a 7 anni e mezzo di carcere per la vicenda che riguarda le infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia e il voto di scambio. La difesa ha chiesto i domiciliari ma il pg Antonio Lamanna ha dato parere negativo
L'ex assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti si è costituito da poco ed è entrato nel carcere milanese di Opera in seguito alla condanna definitiva a 7 anni e mezzo di carcere per la vicenda che riguarda le infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia e il voto di scambio. Zambetti, accompagnato nell'istituto penitenziario alle porte di Milano dal suo avvocato Corrado Limentani, sta vivendo la condanna decisa l'altro ieri dalla Cassazione come “un'assurdità". Il suo difensore ha fatto istanza di detenzione domiciliare per motivi di salute, ma il pg Antonio Lamanna ha dato parere negativo. Ora deciderà il Tribunale di Sorveglianza.
La difesa: “Qualcosa non va nel sistema”
Zambetti era tra le persone arrestate nell'ottobre 2012 nell'inchiesta della dda milanese. Nel processo d'appello, la corte gli ha dimezzato la pena poi confermata l'altro ieri in terzo grado. L'avvocato Limentani, dopo averlo accompagnato a Opera, ha spiegato che "nonostante i massimi rappresentati dell'accusa abbiano chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado ritenendo non sussistano i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione, i giudici hanno condannato. Questo è indice che qualcosa non va nel sistema". Il legale, ha spiegato anche di riservarsi eventuali azioni giudiziarie dopo aver letto le motivazioni degli ermellini.