Cisliano, bimba trovata morta: la madre fermata per omicidio

Lombardia
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L'autopsia sul corpo della bimba sarà eseguita domani per stabilire esattamente come la bambina sia morta, forse soffocata, in quanto non presentava segni evidenti di violenza

È stata fermata con l'accusa di omicidio volontario la donna, di 41 anni, sospettata di aver ucciso la sua bambina di due anni a Cisliano, nel Milanese. La 41enne è piantonata in ospedale per via di alcune ferite che si è probabilmente autoinferta con un coltello. Inquirenti e investigatori stanno ricostruendo possibili dissidi tra la donna e il marito (erano in via di separazione) e denunce incrociate nella coppia in un ambito di presunti maltrattamenti. Da quanto trapela, l'autopsia sul corpo della bimba sarà eseguita domani per stabilire esattamente come la bambina sia morta, forse soffocata, in quanto non presentava segni evidenti di violenza. 

La ricostruzione dei fatti

Il fatto è avvenuto intorno all'una della scorsa notte, in una casa situata in via Mameli. "Nostra figlia non esiste più", così la donna ha comunicato quanto era accaduto al padre della bambina, che non si trovava nell'abitazione. Ed è stato poi lui a chiamare i soccorsi. I carabinieri quando sono arrivati hanno trovato la casa chiusa dall'interno, hanno forzato una finestra e hanno trovato la bambina esanime sul letto, accanto alla madre in stato di incoscienza. Il medico legale ha rinviato l'accertamento sulle cause della morte all'esame autoptico. Il personale del 118 ha constatato il decesso della minore e ha soccorso la donna che si era provocata delle lievi ferite al braccio. La 41enne è risultata negativa agli esami tossicologici.

La donna aveva denunciato il marito tre volte

La donna, ha confermato la Procura di Pavia, aveva denunciato il marito tre volte. I due si erano lasciati ed erano al centro di una controversa vicenda di denunce e controdenunce. Secondo quanto si è appreso dagli inquirenti, nelle denunce la donna sosteneva di aver subito maltrattamenti e insulti, ma secondo indiscrezioni per almeno due denunce gli episodi non sarebbero stati tali da configurare reati in modo netto. La terza, invece, sarebbe più esplicita, ma sui particolari contenuti viene mantenuto il più stretto riserbo. 

Il post su Facebook

E' al vaglio dell'autorità giudiziaria anche l'ultimo post della donna su Facebook, scritto un paio d'ore prima del presunto omicidio, nel quale lei sottolineava gli atteggiamenti irrispettosi e violenti del marito e criticava le forze dell'ordine e la Procura per aver "ridicolizzato" una storia "di abusi e violenze". Questa una parte del testo: "Una bella persona non insulta moglie e bambini NO. Una bella persona non tradisce la sua compagna NO. Una bella persona non si sposta durante le ore di lavoro per comodi personali (tradimenti e compagnia bella) ed invece non è mai presente con la sua famiglia NO. Una bella persona non percuote e picchia nessuno...". E ancora: "Caro marito vai a denunciami ancora per calunnia e diffamazione. Denunciami ancora per sequestro di minore. Édith è la mia bambina. Non vi è alcuna calunnia". "Grazie alle forze dell'ordine e alla procura di Pavia per aver ridicolizzato una storia di abusi e violenze in maniera errata. Denunciate donne. Siete comunque giudicate da un mondo omertoso a coprire gli orrori. Solo da morte verrete chiamate vittime. Altrimenti siete solo delle povere pazze". 

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