Vigevano, indagato per omicidio camionista: no intenzione di uccidere

Lombardia
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L’uomo ha risposto alle domande del gip ed è stato interrogato questa mattina: ha ammesso di avere aggredito e malmenato la vittima, aggiungendo che il decesso potrebbe essere stato causato da altri fattori concomitanti come alcolici e stupefacenti

Davanti al gip di Pavia, Luisella Perulli, M.M., il principale indagato per l'omicidio del camionista vigevanese Filippo Incarbone, ha risposto alle domande, mentre giovedì davanti al pm Paolo Mazza si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip si è riservato la decisione e dovrebbe depositare domani l'ordinanza per la convalida dei fermi e l'applicazione delle misure cautelari.

L’interrogatorio

Assistito dall'avvocato Fabio Santopietro, è stato interrogato questa mattina per circa due ore e ha fornito una versione tesa a minimizzare la sua responsabilità: ha ammesso di avere aggredito e malmenato la vittima, ma senza l'intenzione di uccidere. Il decesso, ha aggiunto, potrebbe essere stato causato da altri fattori concomitanti, come l'assunzione di alcolici e stupefacenti. Solo in seguito M.M. si sarebbe accorto che l'uomo era morto e allora avrebbe deciso insieme al complice G.I. di sbarazzarsi del corpo e di trasportarlo fino al Ticino per gettarlo nel fiume.

Le ricerche del corpo del camionista

I vigili del fuoco hanno proseguito anche oggi le ricerche con i sommozzatori lungo il tratto vigevanese, in zona Buccella, sempre senza esito.

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