Covid, si è spento il giornalista Michele Fusco

Lombardia

Dopo una lunga permanenza a "Il Giorno", prima come cronista sportivo e poi da inviato politico, nel 2001 era passato alla direzione di Metro a Milano, il primo free-press in Italia. E' stato inoltre tra i fondatori de Linkiesta

Cordoglio sui social per la morte del giornalista Michele Fusco, che si è spento a 66 anni per complicanze legate al Covid. "Prima quindici anni di giornalismo sportivo, poi altrettanti come cronista parlamentare, questi ultimi decisamente sufficienti a rimpiangere i primi": così si presentava ai lettori sul blog de Il Fatto Quotidiano.

Era nato a Milano nel 1954, ma viveva tra la città lombarda e Roma. Di fede calcistica rossonera, diresse anche l'ufficio stampa del Milan negli anni '80. Dopo una lunga permanenza a "Il Giorno", prima come cronista sportivo e poi da inviato politico, nel 2001 era passato alla direzione di Metro a Milano, il primo free-press in Italia. E' stato inoltre tra i fondatori de Linkiesta.

Il ricordo dei colleghi

"Quando poi se ne va un compagno di viaggio speciale, un collega sensibile e insieme sfacciato, un giornalista originale e profondo come Michele Fusco, il nostro Michele, la tentazione di arrendersi al silenzio è grande - scrivono i colleghi de Gli Stati Generali, quotidiano online con cui collaborava -. Eppure, lo sappiamo, proprio Michele non vorrebbe questa resa, perché al dovere di dire quel che si sa, quel che si pensa, ci ha richiamato molte volte, anche e anzitutto con l'esempio professionale".

"Ciao Michele Fusco, grazie per la tua intelligenza. E la tua ironia. E il tuo stile. Che tristezza", scrive su Twitter Paolo Condò.

"Non posso immaginare di non sentire più la tua voce ironica, di non poter più discutere di giornali e politica la mattina - è il ricordo di Mario Calbresi - ⁦Sei stato un fratello e una delle intelligenze più taglienti e brillanti che la vita mi abbia regalato". "Ciao, Michele. Non avrei voluto andassi via, mai - scrive Fulvio Abbate - Ci lasci soli con i ruffiani, gli arrivisti, i mediocri, con chi ignori la parola pura, perfetta, in grado di esistere oltre il guadagno e la perdita. Michele Fusco era libertà, era eleganza".

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