Scontro sui dati. Misiani: Errore Regione. Fontana: Arancioni dopo aver contestato governo
Lombardia"Non rinunciamo" al ricorso al Tar del Lazio, aggiunge il governatore lombardo, "andremo avanti perché la verità dei fatti sia acclarata" anche a livello giudiziario. Per questo la Regione intende impugnare anche "il verbale della Cabina di regia, del Cts e e l'ordinanza" di oggi del ministro Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati
Prosegue lo scontro tra governo e Regione Lombardia con al centro un presunto errore di calcolo sull'indice Rt e la conseguente entrata in zona rossa della Lombardia il 16 gennaio. "Se da domenica 24 gennaio la Lombardia tornerà arancione lo deve esclusivamente al fatto che noi abbiamo contestato i conteggi del governo", sottolinea intanto il presidente della Regione Attilio Fontana in un punto stampa con l'assessore al Welfare Letizia Moratti. Il governatore si dice "indignato da quello che leggo e dalle false notizie offensive per la Lombardia e per le persone che ci lavorano".
"Mi sono insediata da una decina di giorni - aggiunge Moratti - e, come mia abitudine, ho studiato i dati e li ho approfonditi prima di prendere ogni decisione. Immediatamente mi sono accorta che i dati non erano coerenti. Mi risultava che il Ministero della Salute non avesse valutato adeguatamente i nostri dati e quindi era necessario un confronto, per questo avevo chiesto la sospensione di 48 dell'ordinanza". "Invece dal ministro non abbiamo avuto nessuna risposta, anzi ha confermato l'ordinanza", rivendica Moratti. Il ministro Speranza, sostengono Moratti e Fontana, "pretendeva che dicessimo che c'era stato un errore nostro. Ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese". (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA)
Fontana: "Chiederò al governo risarcimenti"
Durante il punto stampa in Regione Fontana annuncia inoltre che chiederà i risarcimenti danni invocati da alcune categorie: "alla prossima riunione della conferenza delle Regioni avanzerò al governo la richiesta che nell'ambito del prossimo scostamento autorizzato dal parlamento venga inserita esplicitamente una somma che equivale a quello che è stato il danno che le nostre categorie hanno subito".
Per quanto riguarda il ricorso al Tar del Lazio, Fontana aggiunge che "non rinunciamo": salterà l'udienza di lunedì prossimo per la sospensione dell'ordinanza di Speranza del 16 gennaio, già sospesa dallo stesso ministro oggi, ma "andremo avanti perché la verità dei fatti sia acclarata" anche a livello giudiziario. Per questo la Regione intende impugnare anche "il verbale della Cabina di regia, del Cts e l'ordinanza" di oggi del ministro Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati. Nel verbale della riunione di ieri sera, il Comitato tecnico scientifico scrive che la Regione ha "chiesto di rivalutare la classificazione del rischio" "a seguito di una propria rettifica e successivo invio dei dati" su inizio sintomi e stato clinico.
La polemica
Dopo la concitata giornata di ieri, l’assessore Moratti dichiara che non c’è stata alcuna rettifica, bensì una "rivalorizzazione di dati" inviata "a seguito di un approfondimento relativo all'algoritmo dell’Iss, condiviso con lo stesso, per l'estrazione dei dati per il calcolo dell'Rt". Il governatore Fontana ribadisce che i dati sono sempre stati forniti "con puntualità e secondo i parametri standard" e che "semmai qualcuno a Roma dovrebbe chiedersi come mai Regione Lombardia abbia dovuto segnalare il 'mal funzionamento' dell'algoritmo che determina l'Rt dell'Iss". "La cosa che mi ha fatto arrabbiare - spiega ancora Fontana - è che è stato l'Iss, parlando con tecnici dell'assessorato al Welfare, a chiedere di mandargli dei dati, di implementare alcune nozioni. Noi non abbiamo mai sbagliato a dare i nostri
dati, non li abbiamo mai rettificato, abbiamo risposto a una richiesta che veniva da Iss".
La replica del ministro Speranza
Di tutt'altro avviso il ministro della Salute, Roberto Speranza, che scrive: "La relazione dell'Istituto Superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. Senza l'ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa". "La cabina di regia - rimarca il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza -, composta da Istituto superiore di sanità, ministero della Salute e rappresentanti di Regioni, si è riunita per il monitoraggio dell'andamento epidemiologico dal quale è emerso che erano presenti alcune incongruenze nei dati della Regione Lombardia che la Regione stessa ha corretto, reinviando il file il 20 gennaio. Ciò ha permesso di ricalcolare l'Rt e di collocare quindi la Lombardia in zona arancione".
Fa loro eco il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che sottolinea: "I dati trasmessi la scorsa settimana erano incompleti, per ammissione degli uffici di Regione Lombardia. Questa settimana hanno trasmesso e certificato dati che loro stessi hanno definito rettificati" (LE PAROLE DI FONTANA).
Il viceministro all'Economia Misiani: "Grave errore della Regione"
Sulla questione è intervenuto anche il viceministro all'Economia, Antonio Misiani, che scrive sul proprio profilo Facebook: "Nell'ordinanza del Ministero della Salute, pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale, si può leggere la ricostruzione dell'errore commesso da Regione Lombardia nell'invio dei dati Covid". "Il 20 gennaio sono stati trasmessi dalla Regione alla Cabina di regia nuovi dati 'con revisione anche retrospettiva da metà dicembre 2020'. I nuovi dati hanno portato ad una modifica del valore Rt. Un indicatore di cruciale importanza nella classificazione delle regioni. Questo nuovo invio di dati - che 'costituisce una rettifica degli stessi da parte di Regione Lombardia' - ha portato alla riclassificazione da rosso ad arancione del livello di rischio in Lombardia. Un errore imperdonabile. Danni enormi. Responsabilità politiche gravissime della Giunta regionale Fontana-Salvini. Gli stessi che in vent'anni hanno fatto il bello e cattivo tempo in Lombardia, riducendola in queste condizioni. Gli stessi che continuano a giocare a scaricabarile sulla pelle dei lombardi. Gli stessi che accusano di incapacità l'attuale Governo e vorrebbero tornare a comandare a livello nazionale. Gli stessi che dovrebbero chiedere scusa ai cittadini della Lombardia", l'accusa di Misiani.
La risposta della Lega
Alle dure parole di Misiani replica in una nota il deputato Massimo Garavaglia della Lega, parlando di una "ricostruzione" che "rivela il gioco sporco per scaricare sulla Lombardia un errore (involontario?) del governo". "Ora che il ministro Speranza ha finalmente firmato l'ordinanza che mette la Lombardia in zona arancione è fin troppo evidente che se il presidente Fontana non avesse fatto ricorso al Tar Lazio la zona sarebbe ancora rossa", prosegue Garavaglia. "Una lettura onesta del presunto 'verbale segreto' della Cabina di Regia Iss, che qualcuno ha però allungato sulla scrivania di qualche quotidiano, smentisce Misiani perché dopo la denuncia sono stati chiesti nuovi dati per poi farli passare come 'rettifica'. Una correzione che ora rende inutile, guarda caso, il confronto di fronte al Tar. La Lombardia non merita questi sgambetti. L'intera nazione è vittima di un governo superficiale e attaccato alla poltroncina senza precedenti nella storia del nostro Paese", conclude Garavaglia.
Anche il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama, rimarca il "passo indietro" della regione verso la zona arancione, che "non sarebbe stato possibile se Fontana non avesse denunciato, attraverso ricorso al Tar, le preoccupanti falle nei sistemi di calcolo dei parametri da parte dell'Iss, tanto da portare l'Istituto a una richiesta di nuovi dati che ora vogliono far passare come rettifica da parte della Regione". "Sia chiaro - conclude Romeo - che gli errori burocratici fatti da Conte e Speranza nelle collocazioni non li paga Fontana ma i cittadini lombardi, ai quali importa poco delle tabelle, perché chiedono soltanto di sollevarsi da una crisi economica che lascerà strascichi non solo in Lombardia ma in tutta Italia".
La sottosegretaria Malpezzi: "Servono risarcimenti"
La sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Simona Malpezzi (Pd), entra nel merito della questione sottolineando che l'algoritmo "funziona in ogni zona del Paese" ed è "curioso" che "fallisca solo quando si tratta della Regione Lombardia. Parliamo, infatti, di un semplice meccanismo matematico che elabora i dati inviati dai territori". "L'algoritmo - si chiede Malpezzi - sbaglia solo per la Lombardia o sono scorretti i dati che ha elaborato? Purtroppo, la riposta è evidente e certifica l'ennesimo drammatico fallimento di un'amministrazione che ha gestito peggio di ogni altra l'emergenza Covid". "Ciò che è accaduto in Lombardia è chiaro: a falsare il calcolo dell'indice di trasmissione del contagio Rt che determina la collocazione di una Regione in una determinata fascia è stata la trasmissione parziale e scorretta dei dati. Infatti, in base all'aggiornamento del 20 gennaio, i casi sintomatici che hanno sviluppato dei sintomi - cioè un dato fondamentale per calcolare l'Rt - fra il 15 e 30 dicembre non erano più 14.180 come segnalato il 13 gennaio, bensì 4.918, quasi tre volte di meno", evidenzia la sottosegretaria, che conclude rivolta a Fontana: "Ci aspettiamo che il Presidente chiarisca immediatamente come intenda risarcire chi ha subito ingenti perdite in ragione della loro sciatteria".
Dg al Welfare Trivelli: "Errore non è su dato dei guariti"
"Non è il dato dei guariti che ha determinato l'anomalia del rapporto, questa è una fake news", spiega a sua volta il direttore generale dell'assessorato al Welfare, Marco Trivelli. "L'allineamento dei dati tra RT ospedaliero e RT per sintomi, come anche per le altre informazioni che emergono dai report dell'Istituto Superiore della Sanità, sono sempre stati coerenti. I flussi di Regione Lombardia sono sempre stati costanti per 35 settimane, sempre accettati, sempre in qualche modo anche confermati da noi, come evidenza del contagio che l'Iss dava della nostra situazione regionale. In questo caso è avvenuto qualche cosa, nell'ambito dell'operatività dell'Iss che non ci è noto perché il meccanismo di calcolo complessivo dell'RT non è noto, non è trasparente. Però per questo motivo ci è stato suggerito di introdurre, per alcuni campi, una variabile solo allo scopo di eliminare questo ostacolo temporaneo e poter avere un calcolo corretto dell'RT".
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