Covid, protesta dei ristoratori: in corteo dalla Brianza a Milano. VIDEO

Lombardia

I  manifestanti si sono concentrati sotto Palazzo Lombardia. "Volevamo dare un segnale, far notare che siamo qua non per capricci ma perché non possiamo lavorare, perché da ottobre i nostri dipendenti non hanno ricevuto la cassa integrazione”, spiegano

Sono un centinaio i ristoratori, baristi e proprietari di discoteche arrivati questa mattina a Milano dalla Brianza, per manifestare il proprio dissenso sotto Palazzo Lombardia. Dopo aver dato vita a un corteo di auto a passo d'uomo, che ha momentaneamente paralizzato la circolazione sulla Milano-Lecco, i manifestanti, suonando clacson e fischietti, sono poi entrati in città da via Fulvio Testi, scortati dalle auto della polizia. (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE A MILANO)

Il presidio e l'incontro con l'assessore Guidesi

Il concentramento è cominciato poco dopo le 11 sotto il palazzo di Regione Lombardia. Si tratta, secondo quanto si è appreso, di alcune centinaia di proprietari di ristoranti e autonegozi alimentari, e soprattutto titolari di discoteche brianzoli. La polizia di Stato, che vigila sulla manifestazione, ha imposto ai partecipanti di posteggiare le auto, circa 150, lungo viale Zara e di recarsi in piazza Città di Lombardia a piedi. 

Durante il presidio,  i manifestanti hanno incontrato l'assessore lombardo allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, accompagnato dal presidente della commissione attività produttive Gianmarco Senna e dal consigliere regionale brianzolo Alessandro Corbetta. "Ci ha detto che è solidale con noi e che Regione Lombardia è nostra alleata e si sta battendo con Roma per fare valere i nostri diritti", ha detto Mauro Meda, rappresentante dei ristoratori brianzoli.

Intanto, inizia a riempirsi la piazza antistante Palazzo Lombardia, dove dalle 16 prenderà il via il presidio organizzato dal Comitato Territoriale Esercenti. Paolo Peroli, esponente del comitato, ha voluto chiarire i motivi della protesta: "Chiederemo pacificamente alla Regione di amplificare la nostra voce nei confronti di Roma, perché anche il Cts ha ormai dimostrato che bar e ristoranti non sono luoghi di contagio - ha commentato -. Non ce la facciamo più e inoltre i ristori sono insufficienti".

Il corteo

Questa mattina, un primo gruppo è partito da Giussano, al quale si sono aggiunte man mano altre macchine lungo il tragitto. La scelta della partenza non è stata casuale: si tratta infatti del punto in cui la Milano-Lecco si allarga a tre corsie. "Abbiamo lasciato libera la corsa d'emergenza e quella di sorpasso - ha spiegato all'ANSA Meda, imprenditore di Seregno - in modo che potessero passare i mezzi di soccorso e siamo andati a circa 40 km all'ora. Qualcuno arriverà al lavoro dieci minuti in ritardo, così capirà come ci sentiamo noi che non possiamo andare a lavorare. Volevamo dare un segnale - ha aggiunto -, far notare che siamo qua non per capricci ma perché non possiamo lavorare, perché da ottobre i nostri dipendenti non hanno ricevuto la cassa integrazione. Siamo gli unici a pagare con la chiusura totale questa zona rossa. Restano aperti gli autogrill, gli hotel, i supermercati, ma noi siamo considerati gli untori. Questo non va bene", ha concluso. 

La manifestazione davanti alla Prefettura

Un altro presidio è stato organizzato davanti a Palazzo Dioli. "Restiamo chiusi per salvaguardare voi. Abbiamo finito le forze, chiediamo solo il giusto supporto" è scritto su uno dei cartelli davanti alla Prefettura. I manifestanti sono stati ricevuti dal prefetto Renato Saccone, a cui hanno simbolicamente consegnato ceste con i prodotti scaduti che non hanno potuto usare a causa delle chiusure. "Il prefetto - ha spiegato Alfredo Zini - cercherà di fare pressione per quanto di sua competenza e ci ha detto di ricordare ai ristoratori che hanno deciso di aprire comunque che stanno facendo controlli e dando sanzioni anche ai clienti". 

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