In città sono 641. Seguono 585 casi nella provincia di Varese, 448 in quella di Como e 360 nel Bresciano
Il nuovo live con tutti gli aggiornamenti di oggi a Milano
La situazione Covid nella provincia del capoluogo lombardo è la seguente: ci sono 1.748 nuovi positivi nella Città metropolitana di Milano, di cui 641 a Milano città. Seguono 585 casi a Varese, 448 a Como e 360 a Brescia. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE DEL CONTAGIO)
17:57 - Nella provincia di Milano 1.748 contagi
La situazione Covid nella provincia di Milano è la seguente: ci sono 1.748 nuovi positivi nella Città metropolitana di Milano, di cui 641 a Milano città. Seguono 585 casi a Varese, 448 a Como e 360 a Brescia.
15:39 - Confcommercio Milano: si spera zona gialla prima di Natale
Il passaggio dalla zona Rossa a quelle Arancione della Lombardia è vista in maniera positiva dalla Confcommercio di Milano ma l'obbiettivo - da attuare gradualmente e in tutta sicurezza - è arrivare alla zona Gialla prima di Natale per poi riaprire completamente negozi, ristoranti e bar però evitando un terzo "drammatico" lockdown che sarebbe "gravissimo per la salute e l'economia". Lo ha spiegato all'ANSA il segretario generale dell'associazione Marco Barbieri. "Nel solo secondo lockdown si sono persi in circa un mese qualcosa come un miliardo e settecento milioni di euro in città e nell'area metropolitana: dei 50 mila fra negozi, bar e ristoranti riaprono ora solo 12 mila negozi. E' certamente un buon segnale perché vuol dire che il contagio si sta riducendo o tecnicamente che l'Rt si sta abbassando. Bisogna però che tutti rispettino rigorosamente i protocolli di sicurezza o saranno guai ancora più seri. I commercianti lo fanno e tanti clienti anche, bisogna che lo facciano davvero tutti". Il Natale può essere 'salvato'? "I numeri sono molto negativi fino a ora, se sulle festività l'impatto sarà pesante ma non pesantissimo è solo grazie alle vendite online. Stiamo facendo delle analisi in merito. E' il negozio con sede fissa che è danneggiato di più. Mi auguro che fra 15 giorni si passi alla zona Gialla sempre com prudenza". "Sono molto contento di queste riaperture perché non se ne poteva più del 'Deserto dei Tartari' e del buio delle vie", spiega Leonardo Grippo titolare del negozio di intimo Le Trou Mode nella centrale viale Piave. "Da oltre un mese qui è un mortorio - ha aggiunto -. Da domani la città si potrà risvegliare e l'atmosfera sarà più natalizia con una parvenza di normalità. Sempre rispettando la sicurezza".
13:52 - Direttore hotel Milano: "C'è delusione, vogliamo aiutare"
Un sentimento di rabbia e delusione. E' questo quello che traspare dalle parole di Fabrizio Della Corte, direttore generale del King Mokinba hotel che si trova nel centro di Milano e che ha ricevuto lo sfratto dalla proprietà dell'immobile perché era in procinto di diventare Covid hotel e quindi di ospitare persone positive in isolamento. La catena ha già un Covid hotel a Milano, il Baviera, e puntava a replicare l'esperienza "prima di tutto per senso civico, per aiutare le tante persone che adesso sono in difficoltà - ha spiegati Della Corte -, per fare qualcosa per Milano in un momento di emergenza. E secondariamente per andare avanti a lavorare dopo che siamo fermi da 8 mesi e riuscire a portare a casa almeno i soldi dell'affitto". Le 48 camere dell'hotel nel centro di Milano, rinnovate interamente a febbraio con un investimento di 1 milione di euro e poi rimaste chiuse per il lockdown, erano già pronte per ospitare i pazienti Covid, quando è arrivata la comunicazione dello sfratto per una presunta rata dell'affitto non pagata. "Abbiamo pagato la rata di novembre in ritardo di 15 giorni - ha continuato Dell'Acqua - in tanti mesi di chiusura la proprietà non ci è mai venuta incontro e anzi ha usato questo ritardo come scusa per cacciarci dopo 35 anni di gestione in cui non abbiamo mai dato problemi". La verità, secondo il direttore dell'hotel, è che la proprietà "pensa che un Covid hotel possa rovinare l'immagine della via, del vicinato, e anche la loro. Sono persone che non sanno cosa sia la parola umanità". Adesso i legali dell'hotel stanno avviando la procedura per fermare lo sfratto "e poi tenteremo di diventare un Covid hotel ma non so come andrà a finire".
10:36 - Hotel in centro a Milano diventa codiv ma riceve lo sfratto
Hanno in gestione un albergo a 4 stelle nel pieno centro di Milano e, in collaborazione con Ats e Regione Lombardia, volevano impiegarlo come Covid hotel. Con una lettera arrivata dall'immobiliare proprietaria dello stabile di Corso Magenta, i gestori del King-Mokinba Hotel, che sono in affitto, sono però stati diffidati dal realizzarlo ed è stato loro intimato che "qualsiasi operazione di trasformazione in 'Covid hotel' deve essere immediatamente interrotta e non proseguita". Questo perché, come riporta il Corriere della Sera, l'hotel "si trova in diretta adiacenza ad altre attività e immobili residenziali - si legge nella mail dei proprietari - che potranno risentire negativamente della presenza di soggetti ad alto rischio contagio, ovvero portatori di malattia". I gestori hanno anche ricevuto lo sfratto. L'immobiliare avrebbe addotto la motivazione di una rata d'affitto non pagata, comunicando l'immediata disdetta del contratto. La società che gestisce l'hotel, rappresentata dal legale Pietro Longhini, ha scritto a Regione e Ats, spiegando che "il supposto consenso della proprietà, al di là di ogni valutazione, che ci asteniamo dallo svolgere, di morale collettiva ed etica sociale, non è richiesto né tantomeno dovuto, né in base alla convenzione, né in base al contratto di locazione". La situazione della rata, inoltre, sarebbe già stata sanata.
8:16 – Al Niguarda degenza di comunità per pazienti in remissione
L'ospedale Niguarda di Milano apre la 'degenza di comunità' per i pazienti in fase di remissione della malattia. La nuova struttura - si legge sulla pagina Facebook dell'ospedale - prevede 26 posti letto, attivabili gradualmente, per accogliere e assistere i pazienti, ancora affetti da Covid-19, che si sono stabilizzati ma, per diversi motivi, non possono essere dimessi al domicilio. Il servizio è stato aperto all'interno del presidio 'ex Paolo Pini', con quasi 300 mila metri quadrati destinati ad attività socio sanitarie, viali alberati e giardini. L'organico della degenza di comunità può contare sulla presenza di personale infermieristico, socio sanitario e medico dedicato. I pazienti accolti sono autosufficienti e con una stabilità cardio-respiratoria adeguata, per cui il ricovero in un ospedale per acuti non è più indicato. Qui il percorso di cura prosegue con il monitoraggio clinico e un'assistenza infermieristica continua, la gestione della terapia farmacologica, l'esecuzione di esami di controllo, visite specialistiche e, se necessario, l'ossigenoterapia a bassi flussi. "L'apertura di questa nuova struttura - spiega il post - arriva poche settimane dopo l'avvio della Centrale di monitoraggio dei pazienti in isolamento domiciliare. Si tratta di uno sforzo organizzativo e gestionale enorme messo in campo dal Niguarda per cercare di rispondere sul territorio alle diverse necessità di chi viene colpito dal nuovo coronavirus ed evitare il rischio di una saturazione dei posti letto ospedalieri".