Milano, “amianto alla Scala”: pm chiede 4 condanne fino a 7 anni

Lombardia

Le richieste riguardano il processo con al centro l'accusa di omicidio colposo in relazione a cinque casi di lavoratori del teatro deceduti per la presenza in passato, secondo l’accusa, di amianto nell’edificio

Il pm di Milano, Maurizio Ascione, ha chiesto 4 condanne a pene comprese tra i 2 anni e mezzo e i 7 anni di reclusione nei confronti di ex dirigenti ed ex consulenti del Teatro alla Scala nel processo con al centro l'accusa di omicidio colposo in relazione a cinque casi di lavoratori deceduti per la presenza, secondo l'accusa, di amianto nell’edificio prima delle bonifiche.

Le richieste del pm

In particolare, il pm ha chiesto 7 anni di carcere per Giovanni Traina, imputato per tutti e cinque i casi di decessi per mesotelioma pleurico e che dal 28 maggio 1987 fu referente del Centro Diagnostico Italiano e successivamente, con la Società di Prevenzione, consulente esterno del Teatro in materia di igiene e sicurezza. Cinque anni, invece, sono stati chiesti per Carlo Fontana, che fu sovrintendente della Scala dal primo ottobre 1990 al 24 febbraio 2005. 

Le indagini

Secondo le indagini, gli imputati non avrebbero provveduto al censimento, alla bonifica e alla messa al bando della sostanza letale, così come previsto dalla legge del 1992, non impedendo che lavoratori e artisti della Scala venissero a contatto con le polveri di amianto disperse nell'aria per via di impianti, macchinari e isolanti temici. "In uno fra i 10 più importanti teatri del mondo - ha detto il pm nella requisitoria - non vi era mai stata una valutazione del rischio amianto, né un programma qualificato su questa tematica”.

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