Processo per evasione fiscale, Simona Ventura a giudice: "Accusa ingiusta"

Lombardia
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"Non mi sono mai interessata di aspetti tributari - ha aggiunto la conduttrice - di queste cose non ho mai capito un tubo, il mio errore probabilmente è stato dare fiducia ai professionisti che si occupavano di questi aspetti"

"Mi trovo ad essere accusata di aver evaso il Fisco, lo trovo profondamente ingiusto, una cosa che anche per me è una vergogna, non ho nessuna colpa". E' quanto ha detto la conduttrice tv Simona Ventura, in una dichiarazione spontanea davanti al giudice Saba, durante il processo milanese nel quale è accusata di evasione fiscale per circa 500mila euro. "Sono 34 anni che lavoro nel mondo dello spettacolo e non mi sono mai interessata di aspetti tributari", ha spiegato la conduttrice, difesa dai legali Jacopo Pensa e Federico Papa. "Ho sempre delegato a professionisti - ha proseguito - e lo dico non per scaricare su di loro, ma perché avevo fiducia. Di queste cose non ho mai capito un tubo, il mio errore probabilmente è stato dare fiducia ai professionisti che si occupavano di questi aspetti". 

L'accusa

Secondo le indagini del pm Silvia Bonardi, tra il 2012 e il 2015 la conduttrice avrebbe fatto confluire parte dei suoi ricavi e addebitato parte delle spese ad una società, la Ventidue srl, anziché computare tutto, sia le entrate che le uscite, nella sua dichiarazione dei redditi come persona fisica. Da qui l'accusa di "dichiarazione infedele dei redditi". Al centro dell'indagine ci sono i compensi relativi ad alcuni contratti, siglati soprattutto con tv, sullo sfruttamento dei diritti di immagine. 

Le parole di Simona Ventura

Ventura ha chiarito di aver creato a fine anni '90 la società Ventidue perché "era normale in questo mondo fare una società per i diritti di immagine, era importante averla perché poteva essere usata anche in altri settori e io ho seguito il consiglio dei professionisti, perché era la prassi". Così parte del suo compenso "andava sul mio personale e una parte sulla società, capisco che ciò abbia creato confusione tra personale e società, ma nessuno dei professionisti me l'ha detto". Ventura ha spiegato di aver sempre voluto "pagare tutte le tasse" e quindi ha cercato di pagare "il pregresso" con un accertamento "tombale", ma poi si è accorta che "non riusciva a pagare tutto, perché era molto oneroso, ho fatto anche debiti con le banche e ipoteche". Il pm nella scorsa udienza aveva evidenziato, infatti, che la conduttrice "ha smesso di pagare" il debito tributario con tanto di "decadenza" per lei "dal beneficio della rateizzazione". 

Per la difesa, a Simona Ventura non può essere contestata alcuna evasione, perché da parte sua non c'è stato dolo e, hanno sottolineato i difensori, la conduttrice "nulla ha a che fare con questa scelta fiscale operata dai professionisti". 

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