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Milano, violenza sessuale: pena ridotta per attenuante tradimenti della moglie

Lombardia
©Ansa

L'aggressione e la violenza erano avvenuti l'8 giugno 2019 a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, in una roulotte

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Ha costretto la moglie a subire violenza sessuale ed è stato poi arrestato e condannato. Ma i giudici di Milano hanno stabilito in Appello una riduzione della pena a causa dell'esasperazione del soggetto dovuta ai continui tradimenti di lei, subiti a lungo passivamente, come riporta oggi Il Corriere della Sera.

La ricostruzione dei fatti

L'aggressione e la violenza erano avvenuti l'8 giugno 2019 a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza, in una roulotte. Per questi reati l'uomo, un romeno di 63 anni (come la moglie, sua connazionale, di 45) era stato condannato in Tribunale a Monza in rito abbreviato a cinque anni. Che ora a Milano la Corte d'Appello abbassa a quattro anni e quattro mesi con un verdetto nel quale, più della limatura di pena in sé, risalta la motivazione: e cioè l'idea che, in un "contesto familiare degradato" e "caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini", l'intensità del dolo di quei tre reati sia attenuata dal fatto che l'uomo "mite" fosse stato "esasperato dalla condotta troppo disinvolta della donna", condotta "che aveva passivamente subìto sino a quel momento".

Valente: “Precedente preoccupante e pericoloso”

“È davvero preoccupante e pericoloso come precedente lo sconto di pena, stabilito dalla Corte di Appello di Milano. Ancora una volta la donna vittima si trasforma in soggetto imputato, ancora una volta agiscono pregiudizi e stereotipi culturali anche in un'aula di Tribunale, e questo è inaccettabile". È quanto afferma la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio. “Chiederemo gli atti e approfondiremo il caso - ha aggiunto -. Non può essere il contesto di degrado o le presunte relazioni della vittima con altri uomini a giustificare una violenza sessuale aggravata dal sequestro. È proprio per questo che, come Commissione di inchiesta sul Femminicidio, stiamo indagando sulla percezione della violenza da parte degli operatori giudiziari. La formazione, lo sappiamo, è fondamentale per riconoscere i reati, evitare di stigmatizzare le vittime e di cadere in pregiudizi. La violenza sessuale - ha concluso - non può avere scusanti o giustificazioni".