Scuola, Sala: “Bando in Lombardia fiasco assoluto, mancano insegnanti”

Lombardia

"Oggi se vuoi fare l'educatrice devi essere laureata e prendi 1300 euro netti al mese. E qui arriviamo al punto: non c'è bisogno di essere laureato per fare il sindaco di Milano o il deputato, ma devi esserlo per fare l'educatore"

"Il bando messo in piedi on line per cercare di trovare insegnanti disponibili a trasferirsi in Lombardia è stato un fiasco assoluto". Lo ha affermato ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante il convegno 'Quale sanità a Milano. Le sfide post-Covid', organizzato da Cgil Milano con Cisl e Uil. (SCUOLE: LE REGOLE - CHI E' IL REFERENTE COVID)

Numero di posti vacanti "esorbitante"

Il primo cittadino parla di "numeri risibili in rapporto uno a cento rispetto ai bisogni. Ma anche noi come Comune di Milano abbiamo sudato sette camicie per riuscire a trovare 200 educatrici per le nostre scuole dell'infanzia". Anche la Gilda degli insegnanti definisce un flop, in Lombardia ma anche nel resto d’Italia, le call veloci: il sindacato prevede un numero di posti vacanti “esorbitante”, “facendo schizzare le supplenze a  quota oltre 200mila”.

La questione stipendi

Sala si è poi soffermato sulla questione del caro vita nella città meneghina, ricordando un proprio intervento dello scorso luglio quando aveva affermato, attirandosi critiche da più parti, che è “intrinsecamente sbagliato” se “un dipendente pubblico guadagna gli stessi soldi a Milano o a Reggio Calabria”. "Io avevo fatto un'affermazione tempo addietro che aveva suscitato molte polemiche, relativa al fatto che il personale pubblico in generale dovesse avere lo stesso stipendio in tutta Italia. Io non ho mai parlato di gabbie salariali, però mi è stata attribuita questa volontà", ha detto il primo cittadino. "Oggi se vuoi fare l'educatrice devi essere laureata e prendi 1300 euro netti al mese. E qui arriviamo al punto: non c'è bisogno di essere laureato per fare il sindaco di Milano o il deputato, ma devi esserlo per fare l'educatore”. E in conclusione ha lanciato un appello: “Avremo prima o poi la volontà di andare a riflettere su questioni così delicate senza metterci in contrapposizione ideologica o senza voler strumentalizzare? E questo vale anche per la sanità". 

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