‘Ndrangheta, affari sui parcheggi a Malpensa: 22 condanne

Lombardia
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Durante il processo con rito abbreviato svoltosi quest’oggi nell’aula bunker di Piazza Filangieri, a Milano, sono stati inflitti 18 anni al presunto boss Mario Filippelli e 14 anni e 8 mesi a Vincenzo Rispoli, ritenuto capo della locale di Legnano e Lonate Pozzolo. Emanuele De Castro e il figlio Salvatore hanno ricevuto una pena rispettivamente di 5 anni e 2 anni e 2 mesi: avevano deciso di collaborare con inquirenti e investigatori

Condanne fino ai 18 anni di carcere nel processo con rito abbreviato, svoltosi quest’oggi nell’aula bunker di Piazza Filangieri a Milano, nei confronti di 22 imputati su 25, accusati di essere esponenti della 'ndrangheta a Legnano-Lonate Pozzolo, nel Varesotto, e che, secondo la ricostruzione della Dda di Milano, avevano fatto affari con i parcheggi attorno all'aeroporto di Malpensa. Lo ha deciso oggi il gup di Anna Magelli che ha accolto in sostanza le richieste dei pm della Direzione distrettuale antimafia Cecilia Vassena e Alessandra Cerreti, titolari dell'inchiesta che aveva disarticolato la locale legata alla cosca Farao-Marincola di Cirò Marina (in provincia di Crotone).

Le condanne

In tarda mattinata il giudice, oltre ai 18 anni per il presunto boss Mario Filippelli, ha inflitto 14 anni e 8 mesi per il capo della locale Vincenzo Rispoli e, tra gli altri, 8 anni e 8 mesi all'ex consigliere comunale di Fratelli D'Italia a Ferno (in provincia di Varese), Enzo Misiano. Tra i 22 condannati anche Emanuele De Castro e il figlio Salvatore, rispettivamente a 5 anni e 2 anni e 2 mesi, i quali - dopo essere finiti agli arresti nel luglio 2019 nell'ambito dell'operazione “Krimisa” -, hanno deciso di collaborare con inquirenti e investigatori. Per coloro che rispondono di associazione di stampo mafioso è stata disposta anche la misura di sicurezza della libertà vigilata per tre anni.

Assolto investigatore privato

Il giudice ha dichiarato il non doversi procedere per due imputati in quanto, avendo riqualificato il reato di estorsione in percosse, mancano le condizioni per procedere, cioè la querela. Infine, è stato assolto - con la formula “perché il fatto non sussiste” - Giovanni Vincenzino, l'investigatore privato e per anni un consulente esterno della Procura della Repubblica di Busto Arsizio e di quella di Varese, che però è stato riarrestato qualche giorno fa. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.

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