L'ex boss del Brenta è stato condannato in primo grado per maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna, intralcio alla giustizia e per avere tentato di far pressioni sui figli affinché facessero ritrattare la madre. Maniero ha affermato di essere stato fatto uscire dalla cella e fatto salire su un'auto senza sapere dove era diretto
È stato trasferito dal carcere di Voghera, in provincia di Pavia, a quello fiorentino di Sollicciano Felice Maniero, l'ex boss del Brenta, condannato in primo grado lo scorso 4 giugno a quattro anni di carcere per maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna Marta Bisello, per intralcio alla giustizia e per avere tentato di far pressioni sui figli affinché facessero ritrattare la madre.
Maniero: “Trattamento anomalo”
L'avvenuto trasferimento a Firenze è stato confermato dal suo avvocato Luca Brioli. In una lettera all'ANSA Maniero afferma di essere stato fatto uscire dalla cella di isolamento e fatto salire su un'auto senza sapere dove era diretto. Un "trattamento così anomalo", "mai capitato e mai sentito da altri" e, secondo Maniero, "fuorilegge" dovuto, è la sua ipotesi, alle critiche sulla gestione dell'emergenza Covid nel carcere di Voghera da parte sua uscite sui giornali. Critiche nei confronti dei vertici che è tornato a reiterare parlando di minacce "di ritorsioni" nei confronti degli agenti penitenziari perché non portassero le mascherine per "non creare allarme sociale tra i detenuti in pieno coronavirus". "Per ora - ha aggiunto - c'è stato il primo detenuto in Italia deceduto prematuramente a Voghera con atroci dolori". "Non vorrei stessero insabbiando tutto - ha concluso - Sarebbe troppo. Ma quel povero Cristo era figlio di un Dio minore?".