Alcune migliaia di persone si sono radunate in piazza Duomo per protestare contro la gestione dell’emergenza Covid da parte della Regione e chiedere il commissariamento della sanità lombarda. Presidio dei centri sociali sotto palazzo Lombardia e corteo degli anarchici tra piazzale Loreto e via Padova
Alcune migliaia di persone si sono radunate oggi pomeriggio alle 15 in piazza Duomo, a Milano, per prendere parte alla manifestazione “Salviamo la Lombardia”, promossa da più di 60 sigle e associazioni, tra cui Medicina Democratica, I Sentinelli, Milano 2030, Arci, Acli, Casa Comune, la Fiom Cgil, per protestare contro la gestione dell’emergenza Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA) da parte della Regione e chiedere il commissariamento della sanità lombarda. Il presidio è iniziato con un minuto di silenzio in memoria delle oltre 16mila vittime della pandemia in regione, con i presenti che, mantenendo le distanze di sicurezza e indossando una mascherina listata a lutto, si sono seduti a terra. La piazza si è poi sciolta in un lungo e commosso applauso. (FOTOGALLERY)
Le testimonianze
I manifestanti hanno esibito uno striscione bianco con su scritto in rosso “Commissariate la sanità lombarda”, mentre dal palco allestito dagli organizzatori si sono susseguite le testimonianze di famiglie, medici di base e altri che hanno vissuto o cercato di gestire l’epidemia. Tra loro Cecilia Strada, ex presidente di Emergency: “Abbiamo dovuto guardare i nostri concittadini che morivano da soli a casa. Serve aprire una riflessione sul sistema sanitario, sul diritto alla salute perché quello che è successo non si può ridurre a uno scontro tra partiti”.
Poi, hanno preso la parola anche i parenti degli ospiti delle Rsa deceduti a causa del Covid, anche loro scesi in piazza. "Io ho perso mia madre che era al Don Gnocchi di Milano soltanto per la riabilitazione - racconta una di loro a margine della manifestazione -, pensavo che in quella struttura l'avrebbero protetta perché questo è il compito delle Rsa, ma questo non è accaduto e ci sono responsabilità sicuramente da parte della Regione Lombardia e anche da parte di medici, infermieri e personale. Ho molta fiducia che la giustizia farà il suo corso e questa vicenda non verrà dimenticata. Quello che abbiamo passato non lo auguriamo a nessuno”, ha concluso.
Dopo aver girato attorno a Palazzo Lombardia e aver acceso anche dei fumogeni "per farci vedere - hanno detto - da questi criminali", si sono fermati di nuovo lungo via Melchiorre Gioia davanti alla sede della Regione, spiegando che il corteo durato una ventina di minuti si è concluso. Ora sono ripresi gli interventi e le testimonianze dal palco degli organizzatori contro la gestione sanitaria dell'emergenza Covid da parte della Regione. Alla manifestazione stanno partecipando più di 500 persone.
Medici e infermieri: “Diritto alla salute bene di tutti"
"Non eravamo eroi come ci hanno chiamato, non stavamo in guerra ma impegnati a fare il nostro lavoro per salvare le persone, non era la guerra era un virus". A dirlo sono una dottoressa e un'infermiera, in prima linea durante l'emergenza. "Noi ci occupiamo di persone, di esseri umani. Bisogna prendersi cura delle persone e per questo le leggi sulla salute c'è bisogno di cambiarle radicalmente. Il diritto alla salute - hanno aggiunto - è un bene di tutti ma quanta gente abbiamo lasciato morire! Tanta gente si poteva salvare, non è giusto pensare che una persona a 80 anni è destinata a morire. Noi la vita la difendiamo per tutti”.
Majorino: “Fontana e soci hanno fatto molti danni”
Alla manifestazione era presente anche l'eurodeputato del Pd, Pierfrancesco Majorino, che ha attaccato la Giunta Fontana: “È il momento di dire basta alla Regione perché Fontana e soci hanno fatto molti danni e vanno fermati. C'è un'ottima opportunità, cioè quella di mettere in discussione la legge 23 che regola il servizio sanitario regionale attraverso la sua messa in mora per organizzare di nuovo il sistema sanitario regionale. Anche per evitare nuovi danni".
Poi, parlando della petizione online per chiedere il commissariamento della sanità lombarda, che ha raccolto oltre 85 mila firme, ha aggiunto: ”È una iniziativa utile a cui il governo non ha dato seguito. Si deve capire che in Lombardia c'è un problema se trattiamo la vicenda Covid come una questione casuale, dicendo che poteva accadere ovunque - ha concluso - e non vediamo le scelte pesanti e sbagliate fatte in questi mesi, così rischiamo grosso anche per il futuro sul piano della salute".
La protesta, a cui hanno preso parte circa 5mila persone, secondo gli organizzatori, si è poi conclusa sulle note di "Bella Ciao".
Presidio dei centri sociali sotto palazzo Lombardia
Nel pomeriggio, un’altra manifestazione di protesta è stata organizzata da sigle antagoniste, centri sociali e collettivi studenteschi in piazza Lombardia, sotto il palazzo della Regione. “Fontana assassino, commissariamento popolare”. “Fontana Gallera Bonomi assassini, cacciarli è possibile”, si legge su alcuni dei cartelli appesi sui muri esterni della sede della Regione dagli esponenti dei Carc. Nei giorni scorsi i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo hanno tracciato su alcuni muri scritte come “Fontana assassino”, a seguito delle quali è stata aperto un fascicolo d’indagine per minacce e diffamazione. Su un cartello esposto davanti a Palazzo Lombardia, anche l'immagine di una statua di Fontana tirata giù da una fune appesa al collo. Poi, una grande scritta 'Cacciamoli' è stata tracciata a terra con vernice bianca su una carreggiata di via Melchiorre Gioia, con i manifestanti che hanno dato vita a un corteo attorno alla sede della Regione: "Li stiamo circondando, devono andare a casa".
Corteo degli anarchici in via Padova
A metà pomeriggio, in piazzale Loreto si sono radunati anche circa trecento esponenti di area anarchica per il presidio 'Non vogliamo tornare alla normalità' legato all'emergenza Covid, ma anche ad altre rivendicazioni come il diritto alla casa e contro sfratti e sgomberi. I manifestanti, alcuni con la mascherina abbassata o senza, sono partiti in corteo per sfilare lungo via Padova, chiusa al traffico. In testa gli striscioni 'Contro Stato, sfruttamento e repressione delle lotte organizziamoci' e 'Sanatoria generalizzata per tutti'. Tra gli slogan urlati dai partecipanti anche "I morti in Lombardia chiedono vendetta, Confindustria che tu sia maledetta" e 'Fuoco alle galere'. Accesi anche fumogeni.
Il corteo, che ha sfilato per due chilometri e mezzo, si è concluso nel pomeriggio all'ingresso del Parco Dei Martiri della Libertà Iracheni e ha scandito slogan contro lo Stato, la polizia, le carceri ma anche contro la gestione sanitaria dell'epidemia e lo sfruttamento dei lavoratori durante il lockdown. Imbrattate con scritte e lanci di vernice le vetrine di due banche incontrate lungo il percorso, colpite anche con alcune pietre, ma il corteo si è svolto senza tensioni con le forze dell'ordine.
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