Coronavirus Milano, Sala: “Stop a smart working, torniamo al lavoro"

Lombardia

“Per le parti più deboli dal punto di vista del lavoro, i giovani e le donne, c'è una seria ipoteca per il loro futuro e dobbiamo occuparcene", ha detto il primo cittadino

"A mio giudizio oggi è il momento di tornare a lavorare". Lo ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel consueto video sulle sue pagine social parlando del rientro al lavoro dopo l’emergenza coronavirus (LA DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA). 

"L'effetto grotta ha i suoi pericoli"

"Un consiglio mi sento di darlo, io sono molto contento del fatto che il lockdown ci abbia insegnato lo smart working, e ne ho fatto ampio uso in Comune, ma ora è il momento di tornare a lavorare, perché l'effetto grotta per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio ha i suoi pericoli - ha aggiunto -. Tutto ciò va contestualizzato nella situazione sanitaria. Vi suggerisco di leggere quello che dice in un'intervista il professor Giuseppe Remuzzi dell'Istituto Mario Negri, dice che la carica virale oggi è molta bassa. Semplificare è rischiosissimo e non lo voglio fare, sminuire il potenziale problema è altrettanto rischioso ma riflettiamoci".

Per quanto riguarda la situazione dell'occupazione, prosegue il sindaco, "è il caso di guardare in faccia la realtà e questa è una realtà per cui per le parti più deboli dal punto di vista del lavoro, i giovani e le donne, c'è una seria ipoteca per il loro futuro e dobbiamo occuparcene. Questo è fuori di dubbio, non ho ricette auree e sto cercando di fare il possibile per ridurre la perdita di lavoro che sta avvenendo nella mia città e anzi per creare nuove occasioni di lavoro", ha sottolineato.

"Ricandidatura? Voglio riflettere ma non ho altra agenda politica"

Nel corso dell'evento 'Obiettivo Milano. Verso le comunali del 2021' promosso dall'associazione Cronisti in Comune, che si è tenuto a Palazzo Marino, il sindaco ha parlato anche della possibilità di ricandidarsi: "La decisione di ricandidarmi non dipende assolutamente dall'analisi delle possibilità che avrei di vincere. Voglio riflettere se avrò le energie per riuscire a farlo". Poi ha aggiunto: "Vi giuro che non mi vedo meglio in nessun altro ruolo, non ho una agenda politica diversa e non immagino che potrei fare altre cose, per me non c'è nulla di più interessante che fare il sindaco di Milano - ha spiegato -. Se sentirò di non essere in piena forma, sarà giusto che lo farà qualcuno d'altro. Arrivo da 10 anni di lavoro ininterrotto tra Expo e il ruolo da sindaco". Se dovesse rinunciare ad un secondo mandato, Sala darà il suo "totale supporto a chiunque deciderà di candidarsi" per il centrosinistra, "non mi sognerei mai di consigliare un candidato o un altro". Infine Sala ha fatto una riflessione sul fatto che in Italia il ruolo del sindaco non viene remunerato nel modo giusto. "Un consigliere regionale guadagna più, non è giusto e non lo dico per me - ha concluso -, ma perché vorrei un sindaco che viva del suo lavoro, che non ha potere economico ma una profonda passione politica".

"Smart working? È mia battaglia culturale"

Quella sullo smart working "è una mia battaglia culturale, non dobbiamo pensare che sia la normalità ma una parte dell'interpretazione del lavoro. Vedo con grande preoccupazione soprattutto il tema dell'occupazione a Milano", ha detto il sindaco nel corso dell'evento tornando sull'argomento smart working. "Mi pare di capire che c'è un crollo significativo dei consumi nel mondo e, siccome le aziende devono trovare un equilibrio, il mio timore è che a settembre vedremo piani di efficientamento che di fatto si tradurranno in licenziamenti - ha aggiunto - , questo lo do per molto probabile". Per questo diciamo che lo smart working è "una leva di flessibilità non una modalità normale, oggi non sappiamo se a ottobre, a novembre potremo tornare in lockdown, quindi se questo momento è propizio per tornare a lavorare facciamolo, non ho nulla contro questa modalità, ma non pensiamo che con questo risolviamo tutto".

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