Milano, sequestro beni per 20 milioni: requisiti dipinti di Picasso

Lombardia
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Il provvedimento è stato eseguito dalla guardia di finanza a carico di un individuo già condannato a 10 anni e 7 mesi per frode fiscale e trasferimento fraudolento di valori attraverso società estere, tra cui 2 lussuose ville e 67 oggetti d’arte e antiquariato

La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto un sequestro di beni, eseguito dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano, a carico dell'italiano A.J., broker formalmente residente in Lussemburgo e già condannato in primo grado a 10 anni e 7 mesi per frode fiscale e trasferimento fraudolento di valori attraverso società estere, per circa 20 milioni di euro. Tra i beni ci sono anche dipinti di Pablo Picasso, Lorenzo De Caro, Niccolò Cassana e varie sculture. Lo ha comunicato il procuratore di Milano Francesco Greco.

Il sequestro dei beni

Il sequestro, come spiega la Procura, è stato eseguito su "beni del valore di circa 20 milioni di euro, comprensivo di due lussuose ville e 20.000 metri quadri di terreni" in Sardegna: una di queste si trova ad Arzachena ed è stata comprata tra il 2007 e il 2008 per 16,5 milioni di euro. Inoltre, sono stati requisiti "67 oggetti d'arte e di antiquariato, tra cui dipinti di noti artisti come Pablo Picasso, Lorenzo De Caro e Niccolò Cassana (detto Nicoletto)", oltre a "varie sculture, mobili ed oggetti di arredo, argenterie, gioielli antichi, pendoli ed orologi, risalenti al XVII e XVIII secolo": il valore complessivo delle opere ammonta a circa 1,5 milioni di euro.

Le indagini

Le indagini dei finanzieri del Gico (Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata) "ai sensi della normativa anti-mafia hanno consentito" di accertare "come il patrimonio illecitamente accumulato fosse confluito in un trust del Jersey amministrato da una trustee company lussemburghese", mediante una "società anonima di diritto lussemburghese (temporalmente succeduta, quale settlor del trust, ad una fondazione del Liechtenstein) il cui capitale sociale era interamente posseduto da due società di capitali italiane", con sede a Milano presso l'abitazione di A.J., che viveva nel capoluogo lombardo pagando circa 110mila euro d'affitto l'anno, ma risultava iscritto al registro degli italiani residenti all'estero dal 1992. 

L'identikit del broker

A.J., broker che creava complessi schemi di evasione fiscale internazionale per imprenditori italiani, era già stato arrestato e, nei giorni scorsi, condannato in primo grado a 10 anni e 7 mesi di reclusione per plurime condotte di frode fiscale e trasferimento fraudolento di valori, poiché fu "promotore di un'associazione per delinquere a carattere transnazionale con interessi in Italia, nel Granducato di Lussemburgo, nella Confederazione elvetica e in Gran Bretagna, dedita al riciclaggio di ingenti proventi derivanti da evasione fiscale, realizzata mediante la costituzione di società estere aventi sede anche in paradisi fiscali". I giudici, disponendo il sequestro come misura di prevenzione, hanno accertato la sua "pericolosità sociale" dal punto di vista economico-finanziario. In 10 anni, come emerso dalle indagini, A.J. avrebbe dichiarato al Fisco italiano meno di 5mila euro lordi.

Un fermo immagine tratto dal video dell'operazione della guardia di finanza
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