Coronavirus Milano, Sala: “A Casa Jannacci un morto su 486 ospiti”

Lombardia

“Racconto questa storia perché è giusto ringraziare il personale sanitario degli ospedali, ma ricordiamoci di questo spazio che viene gestito dal Comune, con il supporto di Ats, Emergency e di altri volontari. Un grazie a loro", ha detto il sindaco parlando del dormitorio per i senzatetto della città

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo consueto video sui social ha parlato del dormitorio per i senzatetto della città che nel 2014 è stato dedicato ad Enzo Jannacci. Durante l'emergenza Covid i 486 ospiti di Casa Jannacci sono stati suddivisi in più strutture per creare spazio, "abbiamo deciso di tenerli lì 24 ore al giorno perché in quel momento era pericoloso che stessero per le strade della nostra città, per loro - ha spiegato il sindaco - Poi abbiamo portato i sintomatici in appartamenti, in via Carbonia, per curarli e i risultati si sono visti". "Su 486 ospiti c'è stato un morto, si tratta di un filippino che ricordiamo, di nome Pascal che soffriva di gravissime patologie. È un dolore ma è uno su 486 - ha aggiunto Sala - Racconto questa storia perché è giusto ringraziare i medici, il personale sanitario degli ospedali, ma ricordiamoci di questo spazio che viene gestito dal Comune di Milano, con il supporto di Ats, Emergency e di altri volontari con cui si è superata una crisi del genere. Un grazie a loro". (DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA)

Casa Jannacci

Nel video Sala ha poi ricordato il cantautore Enzo Jannacci che è nato a Milano proprio il 3 di giugno del 1935. "Enzo come tutti ebbe momenti positivi di gloria e di fama e in certi momenti fu anche quasi ignorato. Quando era in difficoltà si rifugiava nella medicina e lui diceva una cosa bellissima, cioè che la vita è straordinaria non solo quando è attraente ma anche quando è inerme e indifesa - ha concluso - E su questo principio dell'aiuto a chi è inerme e indifeso nacque nel 2014 Casa Jannacci, un anno dopo la sua scomparsa. Prima quello spazio era noto come il dormitorio di Viale Ortles ma è dal 2014 che il servizio cambia e si evolve, non si pensa più solo a una cena e a un letto per la notte ma anche ad aiutare questi ospiti nella loro socialità e, in alcuni casi, si è trovato loro un lavoro".

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