Coronavirus Milano, indagini su food delivery: carenze su rischi rider

Lombardia

E’ quanto apprende l'ANSA da una relazione del Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri di Milano. Le società avrebbero omesso di valutare il rischio biologico connesso ai contagi da Covid per i rider, i quali inoltre sarebbero stati riforniti di mascherine solo in maniera sporadica

Alcune società di delivery, come Deliveroo e Glovo, nelle prime fasi dell'emergenza sanitaria avrebbero omesso di valutare il rischio biologico connesso al coronavirus per i propri rider, che quindi non sarebbero stati adeguatamente tutelati dai rischi di contagio. I fattorini su due ruote, inoltre, sarebbero stati riforniti di mascherine solo in maniera sporadica dalle aziende. E’ quanto apprende l'ANSA da una relazione del Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri di Milano trasmessa al pool 'ambiente, salute, lavoro' della Procura (LA DIRETTA - LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN LOMBARDIA). 

Le indagini

La relazione si inserisce nell'ambito di una più ampia indagine in corso sul fenomeno del food delivery, aperta per far luce sulla sicurezza stradale e sul lavoro dei rider, su violazioni delle norme igienico sanitarie, ma anche su eventuali casi di sfruttamento, come il caporalato. L'inchiesta è coordinata dal pm Tiziana Siciliano e condotta dalla squadra di polizia giudiziaria, assieme a Polizia locale, Ats e ispettorato del lavoro. , i carabinieri hanno chiesto alle società di delivery, a partire da fine marzo, anche in virtù del fatto che la loro attività rientrava tra quelle consentite durante il lockdown, di presentare l'eventuale adeguamento del 'Documento valutazione rischi' al nuovo rischio dovuto all’emergenza sanitaria in atto e di documentare le eventuali forniture dei dispositivi di protezione ai dipendenti e ai rider. 

I documenti

Dalle analisi dei carabinieri poi trasmesse ai pm sarebbe emerso che l’azienda Just Eat avrebbe adeguato il Documento valutazione rischi ricomprendendo anche i rider e dotando i dipendenti di kit con mascherine e guanti, mentre Deliveroo e Glovo, stando alla relazione, non avrebbero adeguato il documento, omettendo la relativa valutazione e analisi sull'esposizione al rischio per tutti i lavoratori, rider compresi. Deliveroo però, stando sempre alla relazione dei carabinieri, ha dato conto di aver effettuato consegne di mascherine, di una policy per il rimborso sull'acquisto delle stesse da parte dei fattorini e di una campagna di distribuzione dei Dpi. Di consegne di mascherine effettuate ha riferito anche la Foodinho srl (società interamente riconducibile a Glovo, secondo la relazione dei carabinieri). Per gli inquirenti, tuttavia, i dpi sarebbero stati distrubuiti ai dipendenti in maniera sporadica. Inoltre, le aziende avrebbero considerato i rider come lavoratori autonomi e, dunque, responsabili per l'approvvigionamento di Dpi e del rischio sanitario. 

Per quanto riguarda Uber Eats Italy, risulta irreperibile nella sede dichiarata. L'indirizzo di posta elettronica certificata depositato in Agenzia entrate e in Camera di commercio è inibito alla ricezione delle mail. E da accertamenti all'indirizzo della sede legale non è stato possibile risalire a cassette postali, numeri telefonici o altri indirizzi. La società, inoltre, sempre stando alla relazione, risulterebbe sconosciuta all'Inps.

La replica di Deliveroo

"Deliveroo ha intrapreso numerose e importanti iniziative a sostegno dei rider e ogni notizia che riporti il contrario è priva di fondamento. La società è andata ben oltre quello che è richiesto dalla legge per proteggere i rider durante questa crisi e di questo siamo orgogliosi". Lo spiega la società di delivery in un comunicato in relazione ai contenuti di un'annotazione dei carabinieri acquisita nelle indagini della Procura di Milano. "Siamo sempre stati aperti e trasparenti con le autorità riguardo le iniziative che stiamo portando avanti a sostegno dei rider - prosegue Deliveroo - e continueremo a farlo". Sono state fornite, spiega la società, "alle Autorità Competenti, compreso il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano, tutte le informazioni richieste. Siamo stupiti - aggiunge - per le anticipazioni emerse sulla stampa. Non siamo stati informati di alcun avanzamento delle indagini che apprendiamo invece dalla stampa". Il documento di valutazione dei rischi, si legge nella nota, "è stato aggiornato sulla base delle nuove necessità, come richiesto dalla normativa. I legali che abbiamo consultato ci hanno confermato che il DVR è destinato al solo personale dipendente. Questa è una pratica comune per tutte le aziende. Per questo motivo non sono stati inclusi i rider che, come è noto, sono lavoratori autonomi". Ai rider, spiega ancora Deliveroo, "sono state destinate importanti iniziative per la loro tutela". Tra queste, il "rimborso dei dispositivi di protezione individuale". E mascherine sono state "distribuite direttamente da Deliveroo come iniziativa di responsabilità sociale, insieme alle altre piattaforme di AssoDelivery e abbiamo promosso iniziative analoghe di enti locali, come quella intrapresa dal Comune di Milano". E ancora: "Viene istituita una specifica procedura per assicurare il distanziamento sociale di almeno un metro e l'assenza di contatto. La funzione viene implementata nell'app e comunicata a tutti i rider e clienti". Tutti i rider "che collaborano con Deliveroo hanno accesso gratuitamente ad un'assicurazione che li copre in caso di contagio da Covid". Infine, "sull'evoluzione dell'emergenza epidemiologica, sulle normative da rispettare, nonché le linee guida per gestire le consegne in sicurezza", conclude la società, "viene realizzata una sezione apposita nel sito dei rider". 

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