Coronavirus, in Lombardia restano chiuse librerie e cartolerie

Lombardia

Il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria "è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati", si legge nella nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana 

In Lombardia restano chiuse librerie e cartolerie, contrariamente a quanto avviene invece nel resto del Paese secondo quanto stabilito dal nuovo dpcm annunciato ieri dal Governo. Il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria, si legge nella nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana, "è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati". 

Chiusi anche gli uffici professionali

L'ordinanza conferma poi le misure restrittive di contrasto alla diffusione del Covid-19 fino al 3 maggio. Restano chiusi anche gli uffici professionali, le cui attività "devono essere svolte in modalità di lavoro agile, fatti salvi gli specifici adempimenti relativi ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza". Confermato, infine, l'obbligo di coprire naso e bocca con mascherina o "in subordine, qualunque altro indumento" ogni qualvolta si esce di casa.

L'associazione cartolibrai Milano: "Regione riveda la chiusura"

"Piena e doverosa attenzione all'emergenza sanitaria Covid-19 - scrive l'Associazione cartolibrai di Confcommercio Milano in una nota -, ma il divieto d'apertura per cartolerie e cartolibrerie con l'ordinanza di Regione Lombardia, mentre nel resto d'Italia, in base al decreto governativo, ciò non avverrà, conferma, purtroppo, una vistosa situazione di distorsione della concorrenza con i prodotti di cartolibreria acquistabili in ipermercati e supermercati". "Già quando il sindaco di Milano ha lanciato la cosiddetta 'battaglia del pennarello' - prosegue il comunicato - abbiamo chiesto di poter diversificare le offerte di vendita sul territorio dando ai negozi del settore l'opportunità di aprire, anche solo per alcune ore al giorno, per far fronte alla richiesta delle famiglie. Questa soluzione alternativa continuiamo a ritenerla assolutamente praticabile con le opportune misure di sicurezza e distanziamento necessarie per l'accesso ai punti vendita. Chiediamo, perciò, a Regione Lombardia di rivedere la decisione presa".

Librai del Led: "Riaprire in sicurezza"

Intanto i librai del Led (Librai Editori Distribuzione in rete) hanno inviato una lettera al premier Giuseppe Conte, che in poche ore ha raccolto oltre 150 firme di librai in tutta Italia, per chiedere più attenzione e sicurezza per tutta la filiera editoriale, cliente compreso. "Mentre sono ancora in vigore misure che costringono le persone dentro casa e sospendono la mobilità, viene chiesto a noi librai, e di conseguenza ai nostri lettori, di tornare a muoverci per raggiungere le librerie. Ma a quali condizioni? In merito alla proposta di riaprire le librerie, molte e molti di noi nutrono una serie di dubbi e perplessità che ci piacerebbe fossero sciolti". "Riaprire le librerie non può essere considerato un puro gesto simbolico, ma deve essere un'azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale". In mancanza di garanzie, molti librai si riservano di non riaprire l'attività nemmeno dopo l'entrata in vigore del decreto, almeno finché non sarà possibile esercitare il loro lavoro nelle condizioni e con le tutele adeguate.

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