Coronavirus Milano, Cisl: "Al Trivulzio ieri morti altri 12 anziani"

Lombardia

Da marzo in poi alla 'Baggina' di Milano sarebbero morti in totale, come ha chiarito la sindacalista Rossella Delcuratolo, "circa 110 persone"

Soltanto ieri al Pio Albergo Trivulzio di Milano sono morti "altri 12 anziani" (LA DIRETTA - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI A MILANO). E' quanto spiega all'ANSA Rossella Delcuratolo, sindacalista della Cisl che segue operatori e infermieri che lavorano nella struttura. Da marzo in poi sarebbero decedute in totale, riferisce la sindacalista, "circa 110 persone" ricoverate nella struttura assistenziale, settanta a marzo e una quarantina nei primi giorni di aprile.
Nei giorni scorsi è stata istituita una commissione d’inchiesta Regionale per indagare sul Pio Albergo Trivulzio di Milano: su come la struttura ha gestito l’emergenza Coronavirus, sulle morti sospette e sui contagi tra gli operatori sanitari.

Cisl: "Impedito agli operatori di usare mascherine per non spaventare pazienti"

A quanto riferito, gli operatori del Pio Albergo Trivulzio di Milano avrebbero ricevuto dalla struttura le mascherine per proteggere loro stessi e gli anziani ospiti oltre un mese dopo lo scoppio dell'epidemia in Lombardia, il 23 marzo scorso. Lo riporta Delcuratolo confermando quanto affermato anche in una lettera di diffida di fine marzo inviata da Cisl e Cgil ai vertici della casa di riposo, tra cui il dg Giuseppe Calicchio. Prima del 23 marzo, racconta Delcuratolo, infermieri e operatori del Pio Albergo Trivulzio "hanno provato ad usare le mascherine, ma anche se se le portavano da casa veniva loro impedito di indossarle, perché dicevano che spaventavano i pazienti". Alcuni operatori, come loro stessi hanno raccontato, sarebbero anche stati "minacciati", "soprattutto - ha chiarito la sindacalista - quelli che lavorano a tempo determinato, che avevano paura di perdere il posto".
La situazione era stata denunciata dai sindacati con tre lettere, l'11, il 14 e il 15 marzo, inviate alla direzione e, infine, con una diffida del 27 marzo. In quest'ultima si evidenziava che solo "in data 23 marzo il personale è stato munito dei presidi minimi necessari" e che venivano messe in atto "in alcuni reparti velate minacce da parte dei responsabili verso gli operatori sanitari". 

"Una ventina gli operatori positivi"

Ad oggi, ha raccontato la sindacalista, tra le varie strutture gestite dal Pat sono "circa 180" i lavoratori a casa per vari motivi, molti dei quali con sintomi ma "a loro non è stato fatto ancora il tampone". Una ventina, invece, "i casi di contagio accertati finora tra gli operatori", ha aggiunto. Tra l'altro, il problema di carenza del personale comporta, ha raccontato ancora Delcuratolo, che alcuni operatori "vengono ora spostati da reparti cosiddetti 'puliti' ad altri dove ci sono ospiti ammalati". Le mascherine "che sono state consegnate - ha spiegato ancora la sindacalista - devono essere usate per 8 ore e, dunque, se un operatore ne usa una per due ore deve conservarla e riutilizzarla anche nel turno successivo". Dentro al Pio Albergo, ha concluso, "c'è una situazione ancora drammatica, con tanti anziani che stanno male".

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