Coronavirus: procura di Milano indaga sui contagi nelle Rsa

Lombardia

Sulla questione è intervenuto oggi anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia: "Non permettere la diffusione del virus nelle residenze sanitarie assistenziali è una priorità assoluta" 

Proseguono, con l'analisi dei tantissimi esposti e denunce e delle carte presentate a propria difesa dalle varie strutture, le indagini aperte dalla Procura di Milano sui contagi da coronavirus avvenuti nelle residenze sanitarie assistenziali milanesi. Sono al lavoro i pm del dipartimento 'ambiente, salute, sicurezza, lavoro', guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano.
Tra i fascicoli, con l’accusa di diffusione colposa di epidemia e reati in materia di sicurezza del lavoro, anche quello nato dalle denunce dei lavoratori dello storico Pio Albergo Trivulzio, dove nel mese di marzo sono morti 70 anziani. Sono partite invece da denunce dei familiari delle vittime le indagini sull'Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano, che ha ribadito come non ci sia stata "nessuna negligenza in contagi del personale". Indagini sono in corso anche in una 'casa famiglia' di Affori, e in una Rsa del quartiere Corvetto.

Le parole di una operatrice

"In tanti anni di servizio - ha raccontato all'ANSA un'operatrice socio sanitaria della Rsa 'Virgilio Ferrari' di Milano - non ho mai visto una situazione del genere. Nell'ultimo mese sono morti circa 40 pazienti". Già a fine febbraio, ha spiegato, "abbiamo mandato una mail alla direzione tramite il sindacato per chiedere la disinfezione dei locali e di fornirci i presidi sanitari. Dopo un bel po' di giorni hanno iniziato a darci le mascherine". Sindacati e operatori delle case di riposo sin dai primi di marzo hanno iniziato a denunciare carenze di informazioni, di protocolli di sicurezza ma anche di mascherine (in alcune residenze inizialmente sarebbe stato anche impedito di usarle) e tamponi.

L'esposto di Europa Verde

Intanto gli esponenti di Europa Verde Angelo Bonelli, Francesco Alemanni, Domenico Finiguerra e Filiberto Zaratti hanno inviato "alla procura della Repubblica di Milano un esposto con il quale chiediamo l'apertura di un'indagine sulla gestione dell'emergenza Covid 19 da parte della Regione". "Denunciamo la Regione Lombardia - scrivono in una nota - perché non possiamo più stare in silenzio e tacere rispetto a ciò che è accaduto e sta accadendo con la strage di vite nelle Rsa provocata dall'epidemia Covid 19". "E' gravissimo - spiega Europa Verde - che il giorno 8 marzo, in piena emergenza Covid 19, la Giunta della Lombardia abbia approvato una delibera, la numero XI/2906, che chiedeva alle aziende territoriali sanitarie di individuare case di riposo, tra le 400 totali, dedicate agli anziani per accogliere e assistere pazienti Covid 19 a bassa intensità. Dopo le proteste di tante Rsa, ma non tutte, l'assessore Gallera ha rivisto la delibera ma in molte avevano già accettato, secondo la denuncia dei sindacati". "I cittadini non solo lombardi - si legge ancora nella nota - hanno il diritto di sapere cosa è accaduto in Lombardia (la Regione con equiparazione al 50% tra sanità pubblica e privata raggiunta negli anni a discapito degli ospedali pubblici), perché ci sia stata questa strage di vite".

La replica del governatore Fontana e dell'assessore Gallera

"Tutto quello che è stato fatto, è stato fatto con il massimo rispetto", ha spiegato il governatore lombardo Attilio Fontana, riferendosi alla delibera dell'8 marzo, con cui la Regione ha chiesto alle Agenzie di tutela della salute di individuare case di riposo per accogliere pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali e in quarantena. "Non è che venissero messi a fianco degli assistiti delle Rsa - ha chiarito Fontana - esistevano dei reparti vuoti e non utilizzati". E sul punto è intervenuto anche l'assessore al Welfare Giulio Gallera, chiarendo che fu chiesto alle Rsa di ospitare pazienti "in maniera volontaria" e solo a quelle "con aree totalmente separate dagli altri ospiti": su questa questione c'è stato, denuncia, un "grave travisamento della realtà". Gallera è intervenuto anche sui decessi al Pio Albergo Trivulzio, spiegando che "l'anno scorso erano 52. Chiaramente ogni decesso in più fa male, ma siamo in una fase più o meno uguale a quella di tante realtà milanesi". E sulle mascherine: "abbiamo subito dato delle indicazioni sull'utilizzo, è chiaro che nelle strutture private devono essere fornite dal gestore".
Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia, associazione che riunisce oltre 400 case di riposo, ha attaccato, invece, la gestione della Regione: "In Lombardia si è sottovalutato il rischio nelle strutture per anziani e disabili". Mentre Fontana ha ribadito: "Noi abbiamo semplicemente dato delle linee guida rispettate dalle case di riposo, che hanno una loro autonomia di gestione".

Il ministro Boccia: "Priorità assoluta"

Sulla questione è intervenuto oggi anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. "Non permettere la diffusione del virus nelle residenze sanitarie assistenziali è una priorità assoluta, come stiamo ripetendo da settimane e come abbiamo ribadito in tutte le sedi istituzionali, sia nelle conferenza con il presidente del Consiglio che nella conferenza Stato Regioni. Tutte le strutture - si legge in una nota - devono essere in grado di funzionare in sicurezza e con efficacia. Per questo abbiamo chiesto alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle ASL, quali sono le Rsa in condizioni di maggior criticità e quali sono le necessità più urgenti. Informazioni fondamentali per valutare un contingente specifico di volontari per queste strutture. Rinnoviamo questa richiesta perché crediamo debba esserci la consapevolezza che solo con la massima collaborazione anche questo grave problema può essere affrontato".  

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