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Coronavirus Milano, i rider: “Sala e Fontana sospendano il servizio”

Lombardia

I lavoratori, che temono per il rischio di contagio, chiedono al sindaco e al governatore della Regione “di ottemperare ai propri compiti e di disporre d'urgenza il blocco” 

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Mentre i rider chiedono al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e al Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di fermare il servizio di consegne a domicili per tutelare la salute dei lavoratori, sul territorio proseguono i controlli da parte delle Forze dell'ordine che sono tra ieri e la scorsa notte hanno fermato, per verificare il rispetto delle norme anticoronavirus, 4.164 persone. (LIVE)

L'appello dei rider

"Chiediamo al sindaco della città di Milano, Beppe Sala, e al governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di ottemperare ai propri compiti e di disporre d'urgenza il blocco del servizio", è questo l'appello dei rider milanesi, lanciato dalla loro pagina Facebook, con il quale chiedono di chiudere il servizio di consegna a domicilio che, a causa della mancanza di protezioni individuali, li espone al rischio di contagio da coronavirus. "Il ricatto della precarietà, il profitto sulla pelle e la salute dei lavoratori non rappresentino il deterrente a cui appellarsi per mettere a rischio l'incolumità dei rider e le loro vite, insieme a quelle degli altri", spiegano.

I controlli nel Milanese

Sono state 4.164 le persone controllate tra ieri e la notte scorsa a Milano e provincia dalla Forze dell'ordine per verificare il rispetto delle norme anticoronavirus. Di queste, fa sapere la Prefettura, 317 sono state denunciate in base all'articolo 650 del codice penale e tre invece per falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale e false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri. 4.115 gli esercizi commerciali controllati e 11 i gestori denunciati per l'inottemperanza del Decreto per contrastare la diffusione del virus.  

Scavalca il cancello del parco: denunciato

Non voleva rinunciare al suo allenamento e ha scavalcato il cancello del parco Trapezio, nel quartiere Santa Giulia a Milano, per giocare a pallone. Ma un uomo che abita in una delle case che si affacciano sull'area verde, ha chiamato gli uomini della polizia locale, che lo hanno denunciato per violazione dell'articolo 650 del codice penale. Rischia fino a 3 mesi di arresto, per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, il 18enne che sabato pomeriggio intorno alle 14 ha scavalcato la recinzione. Quando i vigili sono intervenuti, ha telefonato a sua madre che lo ha difeso sostenendo che entrambi non erano a conoscenza dell'ordinanza del sindaco Giuseppe Sala che imponeva la chiusura dei parchi recintati disposta per via dell'emergenza Covid-19.

Sala: "Ancora tante persone in giro per la città"

"Ieri ancora in tanti erano in giro e vi segnalo che molti cittadini mi scrivevano lamentandosi. Ora, non è il caso di mettersi gli uni contro gli altri, ma i comportamenti devono essere uniformi", ha sottolineato il sindaco di Milano nel video che ogni giorno posta sui social per fare il punto della situazione sull'emergenza Coronavirus in città. "I dati ufficiali di crescita del contagio di ieri a Milano sono in linea con i giorni precedenti. Il virus non sta sfondando ma è fondamentale che non sfondi - ha aggiunto - perché se lo facesse il sistema sanitario sarebbe messo veramente in crisi". "E ricordate una cosa: noi non sappiamo in effetti quanti sono i veri contagiati, sappiamo che gli asintomatici sono contagiosi tanto quanto quelli che hanno sintomi. Quindi continuiamo a rispettare le regole", ha concluso il primo cittadino.

Negato appartamento in affitto a una infermiera

A Milano c'è chi non affitta appartamenti a chi lavora in corsia, a contatto con i malati di Coronavirus. Questo, riporta il Giorno, si è sentita dire una giovane di 23 anni che aveva deciso di trovarsi per qualche tempo un appartamento in modo da non mettere a rischio i genitori e i tre fratelli. "Scusi ma lavora in un reparto con pazienti Covid-19 e non ce la sentiamo di lasciarle in affitto l'appartamento". La questione casa non riguarda solo Milano. E non solo per la reticenza ad affittare a chi è a contatto con i malati infettivi. La diocesi di Cremona, attraverso la Caritas e la Fondazione San Facio, in accordo con la Direzione Socio sanitaria ASST di Cremona, ha avviato un progetto per dare un alloggio gratuito agli ospedalieri che per distanza o per non mettere a rischio le loro famiglie preferiscono alloggiare fuori casa.

Da Comune di Milano alloggi per periodi isolamento

Il Comune di Milano mette a disposizione dei cittadini che devono affrontare il periodo di isolamento del Coronavirus appartamenti di sua proprietà liberi e non destinati all'edilizia popolare. Lo ha stabilito il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con una ordinanza. Gli alloggi rientrano nei progetti di valorizzazione, compresi quelli affidati alla gestione di operatori terzi, già assegnati all'emergenza abitativa come misura di sostegno di natura pubblica alle famiglie.
Inoltre il Comune ha deciso di rimandare il termine di pagamento di canoni e spese degli alloggi popolari del Comune al prossimo ‪30 settembre‬, con la possibilità di rateizzazione che potrà tenere conto delle situazioni economiche dei nuclei familiari. Infine gli sportelli di MM, la società del Comune che gestisce le case popolari, saranno chiusi fino al 25 marzo: gli appuntamenti si svolgeranno al telefono attraverso degli operatori. Le pratiche potranno quindi essere trattate a distanza.