Milano, ArcelorMittal: udienza rinviata al sei marzo

Lombardia
Foto di archivio (Getty Images)

Il giudice civile ha concesso di differire l'udienza su richiesta concorde della parti, nel presupposto che entro fine febbraio si arrivi a un accordo tra il gruppo franco indiano e i commissari ex Ilva

È stata rinviata al prossimo sei marzo l'udienza milanese sul caso ArcelorMittal-ex Ilva. A deciderlo è stato il giudice civile Claudio Marangoni, titolare del procedimento che riguarda l'ipotesi di addio avanzata lo scorso 4 novembre dal gruppo franco indiano. Il giudice ha concesso di differire l'udienza su richiesta concorde della parti nel presupposto che entro fine febbraio si arrivi a un accordo. Da quanto è stato riferito, se entro il 28 febbraio si arriverà a un'intesa, come annunciato stamane, i due 'contendenti' revocheranno i rispettivi atti con cui hanno dato il via al contenzioso e la causa di fatto verrà cancellata dopo il passaggio formale in aula. Se dovesse saltare l'accordo, invece, non ci sarà alcuna proroga e si andrà alla discussione.

Le parole degli avvocati di ArcelorMittal

ArcelorMittal e i commissari dell'ex Ilva hanno raggiunto un accordo per proseguire la negoziazione fino a fine febbraio, "fino al 28-29 febbraio". Lo ha spiegato l'avvocato Ferdinando Emanuele, legale del gruppo franco indiano, prima dell'udienza. "Non mi risulta", ha poi risposto il legale a chi gli ha chiesto se il gruppo franco indiano sia intenzionato a lasciare l'Ilva, come trapelato nei giorni anche durante la fase di trattative. Nella negoziazione coi commissari, ha aggiunto l'avvocato, "sono stati fatti significativi passi avanti rispetto all'altra volta", ossia l'udienza del 20 dicembre, "e la soluzione negoziale resta la migliore". L'altro legale del gruppo, Roberto Bonsignore, che ha parlato al termine dell'udienza a fianco dell'amministratore delegato, Lucia Morselli, ha affermato che "ArcelorMittal resta a Taranto" e che "in udienza abbiamo mantenuto l'impegno di mantenere la produzione". Il legale, invitato dall'ad a parlare con i giornalisti dopo l'udienza, ha aggiunto che in queste settimane si sono raggiunte "le basi per arrivare a un accordo".

L'udienza e le trattative in corso

L'udienza di oggi è durata solo una decina di minuti in tutto. "Abbiamo mantenuto l'impegno a continuare la produzione", ha spiegato Bonsignore. "In queste settimane - ha aggiunto con riferimento alla fase del negoziato coi commissari dell'ex Ilva - abbiamo fatto un lavoro importante e molto costruttivo, un bene perché ci consente di passare alla fase legale per la messa a punto della fase contrattuale". Ovvero le modifiche al contratto di affitto e acquisizione degli stabilimenti, concordate tra le parti, che dovrebbero essere effettuate dopo l'accordo definitivo. Accordo che le due parti vorrebbero trovare entro fine febbraio, prima della prossima udienza del sei marzo. "Ci sono le basi per arrivare ad un accordo - ha chiarito il legale - Mittal resta a Taranto, mantenendo la produzione".

"Grande rispetto per il Governo"

Nel caso le due parti arrivassero all'intesa definitiva, poi, da un lato Mittal ritirerebbe il suo atto di citazione con cui ha chiesto l'accertamento del recesso dal contratto, annunciato a novembre, e dall'altro i commissari ritirerebbero il ricorso cautelare d'urgenza contro l'addio del gruppo. E la causa in corso di fatto verrebbe cancellata. "In pendenza di questo ricorso cautelare - ha precisato l'avvocato Emanuele - ArcelorMittal ha continuato a mantenere in funzionamento gli impianti e a produrre in ossequio a un invito del presidente del tribunale e del presidente del Consiglio. ArcelorMittal ha grande rispetto del Governo e del presidente del Consiglio come lo abbiamo noi avvocati. Pur avendo esercitato il diritto di recesso, Mittal ritiene che la soluzione transattiva, bonaria e industriale sia la migliore per tutti".

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