Berlusconi-Lario, accordo trovato: le parti rinunciano alle richieste di denaro

Lombardia
Silvio Berlusconi e Veronica Lario (ANSA)

L’intesa, ratificata dal tribunale di Monza, mette la parola “fine” alla vicenda giudiziaria legata al divorzio dei due. Il leader di Forza Italia non otterrà 46 milioni di euro, mentre l’ex moglie non avrà 18 milioni di euro 

Questa mattina i giudici del tribunale di Monza (con presidente del colleggio Laura Gaggiotti) hanno dato il via libera a un accordo raggiunto tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, che mette la parola "fine" alla battaglia legale sui profili economici del loro divorzio e chiude ogni pendenza tra i due, in particolare la "partita" sui pignoramenti reciproci che erano stati disposti nel contenzioso. Entrambi hanno deciso di rinunciare alle reciproche richieste di denaro.

L’accordo

Il leader di Forza Italia, assistito dagli avvocati Valeria De Vellis e Pier Filippo Giuggioli, ha rinunciato a chiedere i circa 46 milioni di euro che l'ex moglie gli doveva sulla base della decisione della Cassazione che confermò la revoca dell'assegno di divorzio. Veronica Lario, assistita dal legale Cristina Morelli, ha rinunciato a chiedere circa 18 milioni di euro. Sempre sulla base dell'intesa, però, Berlusconi dovrà versare soltanto una somma "una tantum" all'ex moglie, la quale, allo stesso tempo, contribuirà in parte a pagare le spese legali.

La vicenda giudiziaria

Alla fine di agosto dello scorso anno, la Cassazione aveva stabilito che Veronica Lario viveva una condizione di "assoluta agiatezza", che la ripagava del "sacrificio delle aspettative professionali" da ex attrice e che quindi non aveva diritto all'assegno di divorzio, come già deciso dalla Corte d'Appello milanese. Il tribunale, infatti, aveva inizialmente quantificato in quella cifra in 1,4 milioni al mese. L'effetto di questa sentenza era che la donna avrebbe dovuto restituire circa 46 milioni all'ex marito.
Berlusconi, attraverso i suoi legali, aveva nel frattempo ottenuto anche dai giudici di Monza un decreto ingiuntivo per i pignoramenti dei beni dell'ex moglie, oltre a quelli già pignorati a partire dal 4 settembre dello scorso anno, ossia i conti correnti a lui intestati in 19 banche su cui erano depositati somme di denaro, titoli, obbligazioni e altro. Conti che erano stati a loro volta bloccati da Lario nell'aprile del 2017.

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