Sette persone sono indagate a piede libero, 3 in carcere e 3 ai domiciliari. I Nas hanno eseguito oltre 30 perquisizioni. L’inchiesta riguarda un traffico di anabolizzanti e sostanze simili reperite con ricette “contraffatte” e rivendute “nel settore del bodybuilding”
I carabinieri del Nas di Milano hanno eseguito sei arresti, uno dei quali in flagranza di reato, in seguito a un'indagine su un traffico di anabolizzanti e sostanze dopanti (in particolare l'ormone della crescita), reperite grazie a ricette "contraffatte" e rivendute "nel settore del bodybuilding" e, più in generale, ai "frequentatori" di alcune palestre milanesi. Tre soggetti sono finiti in carcere, altri tre ai domiciliari. L'ordinanza, firmata dal gip Guido Salvini, su richiesta del pm Francesco De Tommasi, riguarda l'accusa di associazione a delinquere e truffa. Sette indagati (stando al provvedimento) sono invece a piede libero. A quanto trapela, sono state eseguite oltre 30 perquisizioni.
I gravi rischi per la salute
Il gip, nel testo del provvedimento, ha spiegato che "si tratta di fatti estremamente gravi, in ragione dei pericoli per la salute che discendono dall'utilizzo incontrollato dei farmaci in questione". Ha inoltre scritto che gli steroidi e il “Gh”, noto come ormone della crescita, “se somministrati al di fuori degli stretti controlli medici previsti e acquisiti sul mercato clandestino comportano gravi pericoli per la salute quali alterazioni a livello epatico e cardiocircolatorio (come ictus e infarto) e favoriscono il diabete e alcuni tipi di tumore". Uno degli arrestati, come si legge in un’intercettazione del marzo del 2019, ha dichiarato di essersi “sentito male mentre si allenava".
L’inchiesta
I clienti indicati nell’ordinanza sono 28. Come si legge nel testo, il gruppo criminale si riforniva "reiteratamente presso la Farmacia Montegani", a Milano, "di A.R. e presso M.M., capo dell'organizzazione criminale", entrambi arrestati. L'associazione a delinquere portava a casa "elevati guadagni attraverso la vendita, anche ai membri" del gruppo "chiamati poi a 'piazzarli' sul mercato clandestino, di farmaci e sostanze assai richiesti, specie nel settore del bodybuilding e, più in generale, tra i frequentatori delle palestre, e non facilmente reperibili sul mercato, soprattutto in quantitativi notevoli, se non dietro pagamento di somme cospicue e previa presentazione di apposite prescrizioni mediche rilasciabili solo in presenza di determinate condizioni psico-fisiche".
Il traffico dei farmaci
I farmaci e le sostanze anabolizzanti-dopanti venivano ritirate "presso i due affiliati che avevano la disponibilità dei prodotti" e "nel caso della Farmacia Montegani senza presentazione di ricetta medica, ovvero con esibizione di prescrizione medica contraffatta, per poi successivamente passare alla fase della vendita e distribuzione a terzi curata dagli altri tre sodali". Le sostanze smerciate nelle palestre erano utilizzate per "modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell'organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti".
La testimonianza di un indagato
Uno degli indagati ha raccontato agli investigatori di essere un "personal trainer a Milano e di fornire farmaci anabolizzanti ai clienti che preparava al di fuori dei canali legali". L’uomo ha indicato tra i suoi fornitori "due farmacie compiacenti di Milano" e uno degli arrestati che frequentava una palestra nel capoluogo lombardo.