Lodi Vecchio, tentato assalto a portavalori: auto incendiate sulla A1

Lombardia
Le auto in fiamme sulla A1 (ANSA)

Un commando, composto da almeno 15 rapinatori, è entrato in azione all'altezza di Melegnano. Il colpo è fallito grazie alla prontezza delle guardie giurate e alla presenza di una pattuglia della polizia 

Diversi veicoli sono stati dati alle fiamme nella notte sulla A1, all'altezza di Lodi Vecchio, in un tentativo di assalto a un portavalori della ditta Battistolli (FOTO). Una batteria, composta da 18 rapinatori giunti su sei veicoli dalla targhe contraffatte, è entrata in azione all'altezza di Melegnano, ma il colpo è fallito grazie alla prontezza delle guardie giurate e alla presenza in zona di una pattuglia della polizia. L'autostrada è stata chiusa nel tratto da Lodi Vecchio a San Zenone al Lambro.

L'assalto al portavalori

Secondo una prima ricostruzione il portavalori, che viaggiava in direzione Sud verso Bologna, dopo la barriera di Melegnano si è trovato davanti un Tir e un furgone appaiati, che gli hanno rallentato la corsa. Tra i veicoli si è verificato uno scontro, che ha provocato l'esplosione di uno pneumatico del furgone portavalori, ma il conducente è riuscito a mantenere il controllo del mezzo e imboccare la corsia di ingresso all'area di servizio di San Zenone al Lambro dove era presente una pattuglia della Stradale, alla quale hanno chiesto aiuto. L'ipotesi della rapina al portavalori, però, è emersa soltanto più tardi quando è stata scoperta la barriera di auto in fiamme e di chiodi posta sulla carreggiata, qualche chilometro più avanti, all'altezza di Lodi Vecchio. Quando i rapinatori hanno capito che il colpo era saltato, sono fuggiti incendiando le sei auto, ritrovate bruciate su una stradina di campagna a ridosso dell'abitato di Salerano sul Lambro, con le quali erano arrivati, percorrendo una strada statale, nei pressi della A1. Sul posto sono giunte diverse squadre dei vigili del fuoco, che hanno spento i roghi, e gli uomini della Scientifica della polizia di Stato. Nessuna delle guardie giurate è rimasta ferita.

Il piano per assaltare il portavalori

Erano tre i mezzi blindati nel mirino del commando. Davanti viaggiava il mezzo staffetta, appena dietro il portavalori e l'ultimo mezzo era quello della scorta. Il blocco di fuoco con auto alle fiamme è stato creato 2/3 chilometri dopo rispetto a dove i rapinatori avrebbero voluto bloccare i tre mezzi. L'idea dei malviventi, stando a quanto riferito, era quella di riuscire a rallentare i tre veicoli per poi portarli alla barriera di fuoco e lì assaltarli. Vedendo che, invece, la staffetta, seguita dal portavalori, ha deciso di accelerare, i malviventi li hanno stretti arrivando a speronarli con un mezzo portato sul posto che trasportava una ruspa con la quale avrebbero voluto poi aprire il blindato. A quel punto i mezzi della società di vigilanza sono entrati in un autogrill dove hanno trovato la pattuglia della polizia. Sulla corsia sud è stato creato dai banditi un ulteriore muro di fuoco con mezzi bruciati per cercare di rallentare l'arrivo delle forze dell'ordine.

L'errore dei rapinatori

Il colpo è fallito a causa di un errore tempistico da parte di uno banditi. Secondo quanto ricostruito, poco prima dell'ingresso nell'area di servizio di San Zenone al Lambro, il rapinatore ha urtato il portavalori scortato da altri due mezzi, mentre probabilmente per il programma dei malviventi avrebbe dovuto agire qualche centinaio di metri dopo. L'impatto non è stato particolarmente violento, tuttavia ha danneggiato il cerchione posteriore del mezzo blindato costringendo l'autista a fermarsi nella vicina area di servizio.

La scoperta della rapina

La guardia giurata ha successivamente ammesso agli investigatori di aver pensato si trattasse di un semplice tamponamento, al punto che non ha avvertito gli agenti della polizia stradale che si trovavano in quel momento nell'area. Pochi minuti dopo gli uomini della società di sicurezza si sono accorti delle fiamme dovute all'incendio di alcuni veicoli a circa 600 metri di distanza (all'interno del comune di Lodi Vecchio), hanno capito che si trattava di un possibile assalto e hanno dato l'allarme. Sul posto sono state trovate oltre alla vetture incendiate due auto ancora integre. Gli investigatori hanno sequestrato i veicoli e la scientifica sta lavorando per raccogliere elementi utili per individuare i responsabili.  

La ricostruzione dell'azienda di portavalori

"Prima di tutto vorrei sottolineare la professionalità del nostro personale, estremamente preparato", ha detto Marco Meletti, responsabile comunicazione della Battistolli, uno dei principali vettori per il trasporto di preziosi e "l'unico autorizzato a operare in autostrada di notte". L'azienda ha confermato che nessuno è rimasto ferito e nessuno ha sparato: né le guardie né i malviventi. Secondo quanto precisato dall'azienda, erano da poco passate le 22.30 quando il furgone, dopo il casello di Melegnano, si è trovato davanti due mezzi pesanti che ne hanno rallentato la corsa. A un certo punto l'auto di staffetta è riuscita a passare, mentre il furgone, che cercava di non farsi isolare dai colleghi, ha tentato di superare i due mezzi finendo per essere speronato. A causa dell'urto, al furgone blindato è scoppiato uno pneumatico, e a quel punto il guidatore, con sangue freddo, ha tenuto il mezzo in strada, ha visto la corsia di accesso a un'area di servizio e l'ha imboccata parcheggiando in sicurezza. Una volta nell'autogrill, dove era presente una pattuglia della polizia Stradale in sosta, la Battistolli e le forze dell'ordine hanno avuto notizia del blocco incendiario operato qualche chilometro più a Sud, e hanno capito di essere usciti indenni da una rapina.

L'appello delle questure

Le Questure di Milano e Lodi hanno lanciato un appello per ottenere informazioni, foto e video che possano essere utili alle indagini per risalire ai componenti della banda. Gli inquirenti, infatti, hanno appena diramato un invito: "Chiunque è in possesso di informazioni o filmati utili è pregato di mettersi in contatto con le autorità inquirenti". Nelle indagini, le due questure sono coordinate dalla procura di Lodi.

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