Morti in corsia a Saronno: Cazzaniga condannato all'ergastolo

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

Lo ha deciso la Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio al termine di sette ore di Camera di Consiglio. È stato condannato per dodici omicidi

Leonardo Cazzaniga, ex vice primario del Pronto Soccorso di Saronno, in provincia di Varese, è stato condannato all'ergastolo per dodici omicidi. A deciderlo è stata la Corte d'Assise del tribunale di Busto Arsizio al termine di sette ore di Camera di Consiglio. L'uomo è stato ritenuto colpevole di omicidio volontario nei confronti di dieci pazienti in corsia e della madre e del suocero di Laura Taroni, l'infermiera sua ex amante. La Corte d'Assise di Busto Arsizio lo ha assolto, invece, dall'accusa di omicidio della suocera, Maria Rita Clerici, e di due pazienti del Pronto Soccorso di Saronno. Per un terzo decesso era stata la stessa accusa a chiederne l'assoluzione durante la requisitoria finale. Cazzaniga, per decisione della Corte d'Assise, dovrà pagare risarcimenti ai familiari delle vittime per quasi un milione di euro.

Condannati altri quattro medici

Condannati a due anni e sei mesi per favoreggiamento anche quattro dei cinque medici della commissione medica dell'ospedale di Saronno, chiamata a valutare l'operato di Leonardo Cazzaniga su segnalazione di due infermieri. I giudici hanno accolto la tesi dell'accusa secondo cui l'ex direttore generale dell'ospedale di Saronno, Paolo Valentini, l'ex direttore sanitario Roberto Cosentina, l'ex direttore del Pronto Soccorso Nicola Scoppetta e il medico legale Maria Luisa Pennuto, non potessero non valutare con competenza l'agire di Leonardo Cazzaniga in corsia e non aver assolto l'obbligo di agire di conseguenza. La Corte d'Assise di Busto Arsizio ha invece assolto l'oncologo Giuseppe di Lucca dalle accuse di omessa denuncia "perché il fatto non sussiste".

La sorella di una vittima: "La condanna non lenisce il dolore"

"Non sono sollevata, la condanna non può lenire il nostro dolore, il modo in cui questi eventi ci hanno travolto, soprattutto i miei nipoti", ha spiegato al termine della lettura della sentenza Gabriella Guerra, sorella di Massimo, una delle vittime.

Il processo e le accuse

Cazzaniga è stato accusato di aver volontariamente tolto la vita a dodici pazienti del pronto soccorso di Saronno usando farmaci anestetici in "sovradosaggio e in rapida succesione" tra il 2011 e il 2014, in una sorta di delirio di onnipotenza. Secondo quanto emerso dall'inchiesta 'Angeli e Demoni', firmata dal procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, e dal pm Maria Cristina Ria, con la stessa modalità Cazzaniga avrebbe ucciso la madre e il suocero di Laura Taroni, condannata in secondo grado in concorso per due delitti su tre. L'avvocato difensore di Cazzaniga, Ennio Buffoli, aveva sostenuto, invece, che il medico aveva agito per lenire le sofferenze dei pazienti e che non esisteva prova della morte come conseguenza diretta dell'uso dei farmaci. Per questo motivo aveva chiesto l'assoluzione.

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