Morti in corsia a Saronno, Cassazione: Cazzaniga deve tornare in carcere

Lombardia
Foto di archivio (Agenzia Fotogramma)

La sentenza della Corte D'Assise di Busto Arsizio sul caso dell'ex vice primario, imputato per dodici morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell'ex amante Laura Taroni, è attesa per lunedì 27 gennaio

L'ex vice primario Leonardo Cazzaniga, a processo a Busto Arsizio per 15 omicidi legati al caso delle morti in corsia in ospedale a Saronno, attenderà la sentenza in carcere. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della procura di Busto Arsizio contro la decisione dello stesso tribunale che, nel settembre scorso, aveva concesso all'uomo i domiciliari. La sentenza della Corte D'Assise di Busto Arsizio per Cazzaniga, imputato per 12morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell'ex amante Laura Taroni, condannata in Appello a 30 anni, è attesa per lunedì 27 gennaio.

Dovrà lasciare l'abitazione dei genitori a Cusano Milanino

Nelle prossime ore l'ex vice primario dovrà lasciare l'abitazione dei suoi genitori a Cusano Milanino, in provincia di Milano, dove gli erano stati concessi i domiciliari, per far ritorno in carcere a Busto Arsizio. Il 27 gennaio verrà poi scortato in tribunale dove presenzierà all'ultima udienza del suo processo, con la prevista sentenza.

Il processo e le accuse

Il medico è accusato di aver volontariamente tolto la vita a 12 pazienti del pronto soccorso di Saronno usando farmaci anestetici in "sovradosaggio e in rapida succesione". Secondo quanto emerso dall'inchiesta 'Angeli e Demoni', firmata dal procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, e dal pm Maria Cristina Ria, con la stessa modalità Cazzaniga avrebbe ucciso il marito, la madre e il suocero di Laura Taroni, condannata in secondo grado in concorso per due delitti su tre. L'avvocato difensore di Cazzaniga, Ennio Buffoli, ha sostenuto invece che il medico abbia agito per lenire le sofferenze dei pazienti e che non esista prova della morte come conseguenza diretta dell'uso dei farmaci. Per questa ragione ne ha chiesto l'assoluzione.

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