Incendio bus, psicologo carcere su Sy: “Ha avuto disturbo associativo”

Lombardia
Immagine di archivio (ANSA)

Il 47enne, secondo il professionista del penitenziario di San Vittore chiamato dalla difesa a testimoniare durante il processo a Milano, avrebbe subito un “break psicotico, concluso al momento dell’arresto per lo choc e la paura di essere neutralizzato” 

Durante l’udienza di quest’oggi, presso il tribunale di Milano, la difesa ha chiamato a testimoniare uno psicologo del carcere di San Vittore nel processo a carico del 47enne Ousseynou Sy (CHI È), che lo scorso 20 marzo ha dirottato, sequestrato e incendiato un pullman con a bordo 50 ragazzi, 2 insegnanti e una bidella vicino a San Donato Milanese. Secondo il professionista, l’uomo avrebbe avuto un "disturbo dissociativo", una sorta di "break psicotico", che si sarebbe "concluso al momento dell'arresto, per lo choc e la paura di essere neutralizzato". Uno stato emotivo che si sarebbe innestato sulla base di un "disturbo depressivo persistente" e, a detta del teste, "pre-esistente”. Questo avrebbe dunque "inciso sulla sua capacità di intendere e di volere".

Le valutazioni dello psicologo

Lo psicologo ha detto di avere seguito Sy a partire dal suo arresto e di avere elaborato queste valutazioni dopo diversi mesi di monitoraggio in una relazione firmata lo scorso luglio. Il documento, però, non è stato finora depositato agli atti del fascicolo del pm Luca Poniz e del capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili. La corte d'assise ha chiesto di poterlo acquisire.
Il professionista, a proposito di Sy, ha anche dichiarato: "Aveva il pensiero dominante e struggente dei morti in mare. Mi ha detto che aveva intenzione di comprare un biglietto aereo per Dakar, una volta arrivato a Linate. In un'altra occasione mi ha detto che voleva arrivare sulla pista dell'aeroporto. Entrambe queste versioni sono un segno di follia".

Sy in aula: “Sono in isolamento da 10 mesi per i morti in mare”

Dopo l’intervento dello psicologo, Sy ha fatto delle nuove dichiarazioni spontanee: "Non sono un assassino, vi chiedo di immaginare di essere una madre con un figlio piccolo in grembo e di trovarvi in balia delle onde nel mare profondo. Assetate, affamate, impaurite, mentre dall'altra parte dicono che chiunque le salverà verrà messo in galera". L’imputato ha poi aggiunto: "Vorrei precisare che sono chiuso dentro in isolamento da 10 mesi per la gente che è morta in mare, per fare sì che le loro anime riposino in pace". E infine ha affermato: "Ho notato un po’ di rabbia da parte dei genitori, vi invito a guardare da entrambe le parti".
Le sue dichiarazioni sono state interrotte dal presidente della corte, Ilio Mannucci Pacini, perché l'imputato aveva già raccontato la sua versione nelle scorse udienze. Durante il racconto di Sy c'è stato un forte brusio in aula, dove erano presenti alcuni genitori dei ragazzini e la quinta classe di un liceo scientifico milanese.

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