Fondi russi, ascoltata in Procura giornalista di agenzia stampa russa

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

La donna compare al fianco di Matteo Salvini nel video di un incontro del 16 luglio 2018 pubblicato sulla pagina Facebook dell'Associazione culturale LombardiaRussia. Il verbale dell'interrogatorio è stato secretato 

Nell’ambito dell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega, la Procura di Milano ha ascoltato ieri per alcune ore Irina Aleksandrova, una giornalista di un'agenzia di stampa russa, che compare al fianco di Matteo Salvini nel video di un incontro del 16 luglio 2018 - tre mesi prima circa del famoso incontro dell'hotel Metropol tra Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, indagati per corruzione internazionale - pubblicato sulla pagina Facebook dell'Associazione culturale LombardiaRussia. Nel post si legge: "Matteo Salvini era in diretta da Mosca dalla sede dell'agenzia Tass. A fine conferenza stampa l'amica giornalista della Tass, Irina Aleksandrova, ringrazia il Presidente di LombardiaRussia, Gianluca Savoini, per aver organizzato l’incontro”. Il verbale dell’interrogatorio è stato secretato.

Salvini: "Intelligente avere buoni rapporti con la Russia"

In serata, il leader del Carroccio ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all'inchiesta sui presunti fondi russi. "Non ho mai visto un rublo, un euro, un dollaro o uno yen. Ritengo che avere buoni rapporti con la Russia sia una questione intelligente per chiunque", le parole di Salvini.

Indagini su email e audio di Meranda

L’inchiesta, dunque, prosegue. Come riporta Il Fatto Quotidiano, gli inquirenti stanno analizzando numerose email e una serie di audio, soprattutto 'vocali' inviati via chat, ma anche la registrazione di alcuni colloqui, trovati nel telefono sequestrato all'avvocato Gianluca Meranda. Sotto analisi anche le registrazioni di una quindicina di sue telefonate. Nei mesi scorsi, gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza milanese avevano recuperato dai cellulari sequestrati ai tre indagati elementi, come chat ed email, da cui si evince che l'ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, avrebbe pianificato, almeno dal giugno 2018, il summit nell'albergo moscovita.

La finalità dell’incontro

L'incontro nell'hotel Metropol sarebbe servito per discutere della compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, soldi al Carroccio per la campagna elettorale per le ultime Europee, ma anche tangenti ad almeno un funzionario di Mosca. Dopo le perquisizioni di luglio a carico di Savoini e degli altri indagati, gli investigatori hanno trovato nei telefoni sequestrati anche una foto dei dettagli dell'accordo tra italiani e russi.

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