Milano, stalker seriale adesca ragazze sul web per 9 anni: condannato 28enne

Lombardia
Il carcere di San Vittore a Milano (Agenzia Fotogramma)

Al giovane, che si trova nel carcere di San Vittore, è stata inflitta una pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione, col riconoscimento della seminfermità mentale. Aveva già scontato 4 anni e ora è in attesa di giudizio per un’altra inchiesta 

Un 28enne è stato condannato dal tribunale di Milano lo scorso 17 dicembre, in primo grado e con rito abbreviato, a 2 anni e 8 mesi di reclusione, con il riconoscimento della seminfermità mentale e con l’accusa di aver adescato ragazze un po’ più giovani di lui sul web, per poi perseguitarle e minacciarle in modo pesante. I giudici gli hanno inoltre vietato di comunicare “sulla rete attraverso i social network”, via WhatsApp e altri canali per tre anni. Il giovane, che si trova nel carcere milanese di San Vittore, avrebbe agito in questo modo per almeno nove anni, sfogando anche le “proprie reazioni rabbiose e la propria violenza verbale in modo incontenibile”. Nei suoi confronti sono state aperte tre inchieste: l’ultima conclusasi con la sentenza di dieci giorni fa, una per cui ha scontato una pena definitiva di 4 anni e un’altra per la quale è stato arrestato un anno fa e per cui è ancora in attesa di giudizio.

La vicenda giudiziaria

Lo “stalker seriale”, che compirà 29 anni il prossimo gennaio, stando ai procedimenti penali avviati nei suoi confronti dalla procura di Milano, avrebbe bersagliato almeno 11 giovani a partire dal 2011. I primi tre episodi risalgono a nove anni fa. Nonostante questi casi gli siano costati una pena definitiva di 4 anni (come si legge nella sentenza dello scorso 17 dicembre del gup di Milano, Guido Salvini), una volta scarcerato, nel maggio 2017, "aveva subito ricominciato" con "le sue attività persecutorie nei confronti delle stesse ragazze e di altre che aveva conosciuto". Il giovane, inoltre, era stato condannato in passato anche per detenzione di materiale pedopornografico.

Le persecuzioni nei confronti delle vittime

Secondo le indagini, lo stalker avrebbe adescato le ragazze nella zona in cui viveva. Il 28enne, inviando loro messaggi tramite i social o messaggi vocali, le avrebbe molestate, insultate e intimidite in "modo grave”. Inoltre, avrebbe descritto alle vittime nei minimi dettagli i loro movimenti, di cui sarebbe venuto a conoscenza appostandosi sotto le rispettive dimore. Nell chat, "anche con voce alterata e terrificante", avrebbe fornito loro pure "precise indicazioni su come suicidarsi" e avrebbe indotto nelle giovani stati d'ansia e d’esasperazione. Al punto che, in un caso, una ragazza avrebbe addirittura tentato di togliersi la vita dopo aver ricevuto la minaccia che sarebbe stata bruciata con l’acido. Un’altra, invece, avrebbe cambiato città. Il soggetto, in sostanza, non avrebbe mai interrotto quella catena di persecuzione, secondo gli inquirenti dovuta a disturbi di “personalità” già emersi “in giovanissima età”.

Il testo della sentenza

Come hanno stabilito gli esperti nominati dai pm e dal giudice, e come si legge nella sentenza di dieci giorni fa, "il comportamento ipomaniacale, la difficoltà a controllare la propria rabbia e la tendenza alla persecutorietà (...) trovano il loro veicolo essenzialmente nel mezzo informatico e soprattutto nei messaggi informatici in cui egli sfoga le proprie reazione rabbiose e la propria violenza verbale in modo incontenibile". Il "senso" dei messaggi inviati dal 28enne sarebbe stato quello di "manipolare ragazze per instaurare con loro una specie di relazione". Da qui, il riconoscimento della sua "parziale incapacità", il divieto dell'uso di internet e il percorso terapeutico a cui è sottoposto in carcere il giovane, in attesa di giudizio per la terza inchiesta giudiziaria che lo vede coinvolto.

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